Roma, rubavano le identità ai medici per ottenere finanziamenti e acquistare auto e moto

Si sono visti addebitare ingenti somme di denaro per acquisti di motoveicoli, autovetture e prestiti mai effettuati. Vittime di questa truffa, che si aggira intorno ai 200.000...

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Si sono visti addebitare ingenti somme di denaro per acquisti di motoveicoli, autovetture e prestiti mai effettuati. Vittime di questa truffa, che si aggira intorno ai 200.000 euro, ignari medici, tutti regolarmente iscritti all'Albo. La scoperta, fatta dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, al termine di una complessa ed articolata indagine, è partita da una denuncia per minacce telefoniche fatta da una donna. Il riscontro incrociato dei tabulati telefonici, oltre ai sospetti che gli inquirenti avevano sul convivente della donna «minacciata», rivelatosi poi un complice, ha permesso agli investigatori di risalire alla «mente» dell'organizzazione. Un 50enne, incensurato, gli investigatori hanno trovato all'interno della sua abitazione una vera e propria fabbrica di documenti falsi. I nomi dei medici, a cui intestava il documento, li otteneva da una semplice consultazione on line, la falsificazione si completava apponendo sui documenti le fotografie degli impostori, alterate ad arte da baffi e occhiali per impedirne il riconoscimento.


Attraverso il materiale sequestrato dalla Polizia di Stato nel corso della perquisizione effettuata nell'abitazione del 50enne, gli investigatori sono poi risaliti anche agli altri cinque complici che avevano, all'interno dell'organizzazione, compiti ben definiti. Una volta ottenuti i finanziamenti, grazie alle identità violate, sempre con gli stessi nomi aprivano dei conti correnti.

Come nella nota serie TV «Doctor Who», il cui protagonista muta le proprie fattezze, gli indagati si trasformavano in dottori, facendosi intestare una serie di crediti, nonché di automobili e motoveicoli, per un ammontare di 200.000 euro. Tra i 6, quasi tutti con precedenti specifici, si registra anche un avvocato. Deferiti all'autorità giudiziaria, tutti i componenti della banda dovranno rispondere dei reati di sostituzione di persona, uso illecito di banche dati on line e falso in atto pubblico. tutti finalizzati alla truffa.
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Il Mattino