Gaia e Camilla, la tragedia a Corso Francia è un film: «Che sia di monito»

In una docu-serie le ultime ore delle sedicenni investite e uccise la notte del 22 dicembre 2019

Gaia e Camilla, la tragedia a Corso Francia è un film: «Che sia di monito»
Non solo un fatto di cronaca che ha scosso l’opinione pubblica, ma anche la speranza che da una tragedia possa nascere un monito, un insegnamento utile a tutti. Gaia e...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Non solo un fatto di cronaca che ha scosso l’opinione pubblica, ma anche la speranza che da una tragedia possa nascere un monito, un insegnamento utile a tutti. Gaia e Camilla, le due sedicenni morte investite a Corso Francia nella notte tra il 21 e il 22 dicembre 2019, continuano a vivere nei cuori delle loro famiglie, degli amici e compagni di scuola e soprattutto nell’impegno comune a trasformare la loro morte prematura, assurda, in una campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale perché incidenti simili non si ripetano più. Grande commozione e tanti applausi hanno accompagnato ieri mattina l’anteprima di “Morire a Corso Francia - L’ultima notte di Gaia e Camilla”, la docu-serie che andrà in onda lunedì 27 febbraio e martedì 28 in due episodi su Crime+Investigation, canale 119 di Sky: nelle due sale gremite del cinema Odeon di piazza Stefano Jacini, a poca distanza dal luogo dell’investimento, c’erano i genitori di Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, gli ex compagni del liceo De Sanctis, gli amici, l’assessore alla Mobilità del Comune, Eugenio Patanè che ha invitato al rispetto del codice della strada «perché la maggior parte degli incidenti deriva da comportamenti sbagliati». La serie, scritta con scrupolo e senza facili sensazionalismi da Daniele Autieri e Stefano Pistolini, regia di Matteo Lena, ricostruisce le ultime ore delle due sfortunate adolescenti e il processo che si è concluso con la condanna dell’investitore Pietro Genovese attraverso testimonianze, immagini di cronaca, video privati, messaggi vocali.

 

 

EDUCAZIONE STRADALE

In primo piano le parole dei genitori di Gaia e Camilla, che hanno trovato la forza di sopravvivere impegnandosi a parlare di sicurezza stradale nelle scuole. «Sono commossa perché rivivere quella notte per me non è facile», dice Gabriella Saracino, la mamma di Gaia, «ma voglio ricordare che quella tragedia era evitabile perché frutto di disattenzione. Le famiglie devono essere coinvolte nell’educazione dei ragazzi». Dopo aver creato una Fondazione intitolata alla figlia, va nelle scuole a parlare di sicurezza e disabilità anche Edward Von Freymann, il padre di Gaia finito in sedia a rotelle nel 2011 dopo essere stato investito in moto per una precedenza non rispettata: «Bisogna divulgare un messaggio di responsabilizzazione. Quando si guida, il cellulare è un nemico. Ragazzi, lasciatelo stare». Cristina Maggi, la madre di Camilla, aggiunge emozionata: «In questa docu-serie abbiamo messo il cuore e l’anima. Magari sarà una goccia nell’oceano ma può allargare la mente. Io ancora non mi sento di andare nelle scuole, ma dico ai giovani: non bevete, non fate uso di sostanze, semmai fate guidare un amico. La vita è una ed è meravigliosa, godetevela. Voi siete il futuro».

 

 

LA TERZA “VITTIMA”

Colpisce, nel dolore composto dei genitori delle due ragazze, l’assenza di risentimenti nei confronti di Genovese, figlio del regista Paolo che subito dopo l’incidente «ci ha scritto a più riprese e ha voluto incontrarci per chiederci scusa», racconta la mamma di Gaia, «per Pietro noi non proviamo rabbia, è un ragazzo provato». Aggiunge Benedetta, compagna di scuola di Gaia e Camilla: «Ha portato via le nostre amiche ma si è rovinato la vita anche lui». Il giovane, oggi 23 anni, ha scontato parte della pena ai domiciliari prendendo la laurea, lavorando e oggi è libero, in attesa che il Tribunale di Sorveglianza decida su come dovrà scontare la pena residua. Invitato a intervenire nella docu-serie, ha preferito rinunciare. Per lui parla il comunicato dei suoi avvocati: «Genovese non ebbe modo di vedere Gaia e Camilla prima e probabilmente anche loro non lo videro», scrivono, «anche alla velocità di 50 km/h il tragico impatto non sarebbe stato evitabile».
Gloria Satta

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino