Le sue esternazioni su Twitter, dal tono omofobo e razzista, gli sono costate l'incarico di presidente di commissione al prossimo esame di maturità in due classi del...
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A confermare la decisione è stato, oggi, anche Marco Bussetti, ministro dell'Istruzione: «Ho appreso dalla stampa - ha affermato il ministro - di dichiarazioni intollerabili da parte di un insegnante in pensione di Pavia, gravissime e inconciliabili con l'incarico di presidente di commissione alla maturità. Per questo, l'Ufficio territoriale del Ministero, dopo gli opportuni accertamenti, ha già provveduto a sostituirlo, nominando un nuovo presidente di commissione».
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Affermazioni che hanno creato allarme nella scuola, tra i docenti e gli studenti. Gallarati si è difeso dalle accuse: «Sono stato insegnante 35 anni anche in una scuola serale, con tanti stranieri: non ho mai avuto problemi con loro. Su Twitter scrivo come cittadino libero e commento notizie postate da altri. Chi mi conosce, sa che sono un bravo insegnante». Ma le sue giustificazioni non sono bastate. Il caso di Pavia ha sollevato diverse reazioni nel mondo politico. La senatrice a vita Liliana Segre, intervenendo a margine di un evento a Palazzo di Giustizia a Milano, ha dichiarato: «È con il mio disegno di legge contro l'hate speech (i discorsi di incitamento all'odio, ndr) che do una risposta; se non sentissi questa atmosfera di odio latente avrei fatto una proposta di legge diversa. Sentendo montare questo clima che è terribile, mi sono sentita di proporre questa legge contro l'hate speech, sperando che, mettendola in opera, vengano colpite queste persone e fatte ragionare. Certo non si vuole rispondere alla violenza con la violenza, ma col ragionamento».
«Non è accettabile che un ex professore che fa sfoggio sui social di razzismo e omofobia possa presiedere una commissione di esame alla maturità. Quello che sta accadendo al liceo scientifico 'Copernicò di Pavia è grave»: a dichiararlo sono stati, in una nota, Simona Malpezzi e Alan Ferrari, membri della presidenza del gruppo Pd al Senato. «In questi mesi - hanno aggiunto i parlamentari Pd - il ministro Bussetti non ha mai pronunciato una parola chiara contro gli episodi di discriminazione e intolleranza che si sono moltiplicati nelle nostre scuole. Si tratta di un'ambiguità molto pericolosa che rischia di minare alle basi la capacità della scuola di svolgere la sua funzione. Se si consente alle peggiori teorie razziste di entrare in classe, non si fa il bene del Paese». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino