Il coronavirus in Italia è arrivato diverse settimane prima del 21 febbraio, giorno del paziente 1 di Codogno: a Milano potrebbe essere arrivato già...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Leggi anche > Mattarella telefona alla figlia di un medico morto di Covid.
«Con ogni verosimiglianza il virus è arrivato all’uomo tra la fine di ottobre e l’inizio novembre dell’anno scorso», ha aggiunto l'infettivologo. «Si tratta di un virus tedesco proveniente in realtà da Shanghai, che ha avuto una minima diffusione in Germania», ha detto Galli, che ha parlato positivamente dei test rapidi, affermando che sia meglio «poter mettere migliaia e migliaia di persone in fila distanziate a fare un pungidito, aspettare dieci minuti per il risultato ed essere indirizzate nel modo migliore, piuttosto che mettere altrettante persone in attesa di un prelievo venoso con tempi di risposta che nel migliore delle ipotesi richiedono ore»
«Per questo studio abbiamo usato i test rapidi, che in termini di specificità (98%) e sensibilità (95%) sono la strada per questa fase 2 soprattutto per chi deve tornare a lavoro. I test rapidi hanno un vantaggio clamoroso confrontati con quelli fatti con i prelievi di sangue venoso - ha aggiunto -. Sono molto più facili, sostenibili e agili».
Quanto ai test sierologici, secondo Galli «l’identificazione di una infezione recente attraverso un esame anticorpale è praticamente impossibile» perché «abbiamo una fase-finestra nella produzione degli anticorpi di almeno 11 giorni dall’inizio della comparsa dei sintomi. C’è una percentuale importante di casi che si manifestano senza manifestarsi, questo per dire che gli asintomatici sono veramente parecchi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino