Torino, aggressione omofoba: «Brutto ricchione, ti ammazziamo»

Il volto di Leonardo, picchiato perché gay
Pestato dai suoi vicini di casa e insultato perché gay. Nuova aggressione omofoba a Torino, dove un italiano di 53 anni è rimasto vittima di una follia insensata. Il...

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Pestato dai suoi vicini di casa e insultato perché gay. Nuova aggressione omofoba a Torino, dove un italiano di 53 anni è rimasto vittima di una follia insensata. Il tutto per non aver dato una sigaretta a un ragazzo del gruppo di aggressori.

 

La vicenda, riportata dal portale Gaynews.it, è avvenuta il 2 gennaio alla periferia del capoluogo piemontese dove Leonardo Raineri, 53enne invalido civile e che da poco ha subito un delicato intervento al cuore, è stato colpito da pugni e calci dai suoi vicini di casa mentre rientrava nel palazzo in cui vive. La prima aggressione è avvenuta nel cortile dello stabile, con una decina di ragazzi che lo hanno circondato e malmenato. Altri due poi lo hanno bloccato sul pianerottolo davanti alla sua casa: solo il suo compagno, che lo ha trascinato dentro l'appartamento spintonando gli aggressori, ha evitato che questi potessero accoltellare Leonardo, che comunque è stato rapinato del suo borsello e delle chiavi di casa. Condotto all'ospedale Le Molinette di Torino, al 53enne sono stati riscontrati la rottura del setto nasale, lesioni multiple, vari lividi e una prognosi di 30 giorni.

Oltre al danno, la beffa di vedere la totale apatia degli altri condomini, che hanno assistito senza muovere un dito: «La gente matta e pericolosa come voi va bruciata», avrebbe addirittura urlato uno degli spettatori, mentre chiudeva le imposte della sua casa. E dal giorno successivo all'aggressione, alcune persone avrebbero iniziato a urlare insulti omofobi nei confronti di Leonardo e del suo compagno: «Ieri una decina di persone - spiega l'uomo -, per lo più madri e familiari dei miei aggressori, hanno iniziato a urlare nel cortile dello stabile: Ricchione, scendi. Te la facciamo vedere noi», il racconto a Gaynews. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino