Domani cade un mese dalla tragedia del Ponte Morandi, il cui crollo ha ucciso 43 persone, e che ha sconvolto la città di Genova e tutta l’Italia: e a quasi un mese...
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La piccola stava guardando il cielo, affascinata dai temporali, quando ha sentito un frastuono seguito dal crollo che ha buttato giù il viadotto: quei momenti, compreso quello in cui con sua madre si è riversata in strada nella zona rossa attorno al Polcevera, sono rimasti ben impressi nella sua mente, fino a toglierle le parole.
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La storia è stata raccontata a Repubblica dalla preside dell’Istituto Sampierdana, Sara Bandini: gli abitanti della zona sono stati assistiti da una equipe di psicologi di Emdr Italia, e anche la stessa Adele. «In quegli istanti nessuno si era accorto di quanto accaduto a questa bambina, solo dopo i genitori si sono accorti che era diventata all’improvviso troppo silenziosa», le parole dei medici.
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Lo shock ha infatti prodotti un blocco nella piccola, peraltro peggiorato nei giorni successivi, fino ad ora, quando a quasi un mese dall’accaduto Adele continua a non parlare. «Il disastro ha traumatizzato la bimba fino a creare un gap tra il suo mondo interiore e quello esteriore», affermano i dottori. L’unica cura possibile è lasciarle tempo: con l’affetto dei genitori, e una terapia continuativa, prima o poi Adele si sbloccherà. Per adesso, comunica disegnando. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino