Erano case costruite per i ferrovieri di Genova negli anni '40, seguiranno la sorte del ponte Morandi che le sovrastava dagli anni '60 e che le minaccia ancora coi monconi...
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Distanza che permette di mantenere stesse abitudini, stessa organizzazione personale: lavoro, scuola, vita privata. Un algoritmo è stato impostato dal Comune per assegnare le case con un certo ordine di priorità: vengono prima le famiglie con tanti bambini, con disabili, con anziani in difficoltà. Lo dirà una graduatoria a punti. Uno sportello, per dare consulenza sull'assegnazione delle case, sarà aperto al centro civico di via Buranello. È una risposta indiretta alla fila di dubbi avanzati al circolo Sms Concordia dal comitato di via Porro in una riunione di un centinaio di sfollati.
«Dobbiamo stare uniti, se qualcuno accetta di contrattare da solo ci dividono», ha aggiunto, facendo riferimento anche alle Autostrade. Il comitato critica il sindaco Bucci e il presidente della Regione Toti: «Ci hanno fatto una visita di dieci minuti perché avevano priorità che comprendiamo, ma oggi dobbiamo capire tutti insieme dove siamo nel loro elenco di priorità». Il comitato vuole pure che ci sia un funzionario del Comune ad occuparsi solo di loro. E poi ci sono dubbi pratici: va pagata la quota del condominio? Vanno pagate le bollette delle utenze dal 14 agosto in poi, cioè dalla evacuazione? «Non sappiamo cosa fare», si rispondono smarriti. Poi vanno alla messa. Fulvio, in attesa davanti al ponte ferroviario, ricorda quando comprò la casa sotto il ponte, negli anni '80: «Ero giovane, mi potevo permettere questo, acquistai dalla vedova di un ferroviere, ma non ho mai considerato che la mia vita e quella della mia famiglia potesse un giorno essere in pericolo».
Iris è una maestra elementare che segnala ai giornalisti: «C'è chi paga il mutuo per la casa: se ci mandano via devono continuare a pagare le rate?». Michela e il marito portano via le proprie cose col supporto dei vigili del fuoco: «Da stasera siamo in albergo, finora ci hanno ospitato amici». La processione dei carrelli con masserizie, suppellettili, abiti, quadri, è continua. Caricano le auto e danno uno sguardo mesto alle palazzine: torneranno ancora per il trasloco dei mobili, poi sanno tutti che la loro casa non ci sarà più. Come il ponte. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino