L'ex deputato Pd passato a Fi Genovese condannato a 11 anni

Francantonio Genovese
Francantonio Genovese, ex parlamentare del Pd poi passato a Forza Italia, è stato condannato a 11 anni dal tribunale di Messina al processo - che vede altri 22 imputati -...

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Francantonio Genovese, ex parlamentare del Pd poi passato a Forza Italia, è stato condannato a 11 anni dal tribunale di Messina al processo - che vede altri 22 imputati - scaturito dall'operazione 'Corsi d'oro' sull'uso illecito di finanziamenti erogati dalla Regione siciliana a enti della formazione professionale.


Il cognato di Genovese, Franco Rinaldi, ex deputato regionale del Pd e ora di FI, ha avuto una condanna a due anni e mezzo. Tra gli altri condannati anche le sorelle Schirò: Chiara, moglie di Genovese, ha avuto 3 anni e 3 mesi; Elena, moglie di Rinaldi, 6 anni e 3 mesi. Condannato anche l'ex consigliere comunale di Messina Elio Sauta: 6 anni e 6 mesi. 


Il 19 gennaio, dopo un lungo iter iniziato nel 2014 con un accertamento da parte dell'Agenzia delle Entrate, la Commissione tributaria siciliana ha inoltre riconosciuto Genovese colpevole di aver sottratto al fisco nel 2005 16 milioni di euro di redditi, detenuti in Svizzera tramite polizze assicurative. Nel 2015, dopo aver tentato, invano, la via dell'adesione, respinta dell'Agenzia, Genovese aveva fatto ricorso in primo grado alla Commissione tributaria provinciale di Messina, sostenendo l'erronea inclusione in redditi diversi delle somme e una loro «preesistenza» nel 2004, ottenendo però solo una rideterminazione del reddito sottratto a tassazione in 12,8 milioni (invece che 16,3). Nel 2016, il deputato siciliano aveva impugnato anche la sentenza della Ctp di Messina arrivando, dopo vari passaggi, alla Commissione Tributaria Regionale. L'ultima sentenza ha quindi ribaltato quella di primo grado, ma in senso sfavorevole a Genovese, in base al principio sancito per legge che «le persone fisiche residenti in Italia che al termine del periodo d'imposta detengono investimenti all'estero, ovvero attività estere di natura finanziaria, attraverso cui possono essere conseguiti redditi di fonte estera imponibili in Italia, devono indicarli nella dichiarazione dei redditi». L'appello è stato quindi rigettato e - a parte una rideterminazione delle sanzioni - viene confermata la validità dell'atto impugnato e l'importo da pagare: 16 milioni di euro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino