Paolo Gentiloni non ha l'irruenza di Matteo Renzi, ma nel suo suo primo incontro bilaterale a Berlino con Angela Merkel prova a mettere un freno alle insistenze di Bruxelles...
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Quello che Gentiloni ripete come già fece il suo predecessore è che «l'era dell'austerity è finita» e che l'Europa per sopravvivere deve invece puntare su «crescita, lavoro, investimenti». Dalla cancelliera tedesca, però, oltre alla solidarietà per il terremoto, arrivano poche altre concessioni. Angela Merkel si limita a condividere la posizione italiana sui migranti, riconoscendo che «il problema non riguarda singoli paesi ma deve essere affrontato dall'intera Ue». La vera trattativa sulla correzione richiesta all'Italia verrà condotta fra il ministro dell'Economia Padoan e il commissario europeo Pierre Moscovici, che già oggi avranno un primo incontro.
«Le mie discussioni con il ministro Padoan sono sempre costruttive e franche» dice ottimista Moscovici cercando di rasserenare il clima. Ma il ministro italiano al World Economic Forum di Davos fa già capire che la linea dell'Italia resta la stessa: «Il problema dell'Europa è l'Europa. I nostri problemi nascono a Bruxelles e, talvolta, a Francoforte. Dobbiamo rovesciare completamente le politiche avverte - perchè ora si stanno dando i giusti argomenti per convincere che il populismo ha ragione». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino