Georgia, il locale Deadaena e i visti speciali: «Non tutti i cittadini russi sono i benvenuti»

Georgia, il locale Deadaena e i visti speciali: «Non tutti i cittadini russi sono i benvenuti»
A Tbilisi, capitale georgiana, esiste un bar dove «non tutti i cittadini russi sono i benvenuti». La scelta del...

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A Tbilisi, capitale georgiana, esiste un bar dove «non tutti i cittadini russi sono i benvenuti».

La scelta del gestore non è stata gradita dai sostenitori di Vladimir Putin più estremisti e le polemiche sul web non sono mancate.

Un russo pro-Putin entra in un bar e… viene cacciato. Sembra l’incipit di una barzelletta ucraina ma non lo è.
A Tbilisi, capitale della Georgia, esiste un bar in cui i russi a favore della guerra e di Putin non possono entrare. Stiamo parlando del bar Dedaena, all’interno del parco omonimo, che affaccia sullo storico fiume Kura.

Giusto un paio di domande

Il bar georgiano ha introdotto i «visti» di ingresso per i cittadini russi, ma per ottenerli è necessario prima compilare un questionario con diverse domande che riguardano la guerra in Ucraina e la Georgia.

Nel documento si legge che: «I cittadini russi hanno bisogno di un visto per entrare nel bar Dedaena, perché non tutti i russi sono i benvenuti. Siamo per l'uguaglianza e l'unità, ma dobbiamo assicurarci che gli imperialisti russi sottoposti al lavaggio del cervello non finiscano nel nostro locale. Per favore supportateci compilando la domanda per ottenere il visto così nessuno uscirà con la forza. Grazie per la vostra comprensione».

Sul documento si leggono quesiti del tipo: «La Crimea appartiene all’Ucraina?», «Abcasia è un territorio di proprietà georgiana o russa?» e «Pensi che Putin sia un dittatore?».

Inoltre, i gestori chiedono di non iniziare conversazioni che prevedano l’uso della sola lingua russa se si parla con chi non la comprende, di non pagare in rubli russi e di non parlare di politica se ubriachi.
Dopo la “piccola” selezione, i proprietari del locale decideranno se far entrare o meno i clienti russi.

L’ombra del nazionalismo russo

La storia del locale Dedaena e dei «visti speciali» ha fatto il giro del web.

Sui social molti utenti si sono complimentati per l’idea: «Un modo pacifico e divertente per limitare gli estremisti russi». Ma qualcuno non l’ha presa molto bene, tra cui i membri del Male State, un movimento maschile russo non ufficiale che sostiene il patriarcato e il nazionalismo russo.

Le attività del gruppo si concentrano sulle molestie online: i membri della comunità insultano, maltrattano e minacciano le donne, i neri, le persone in relazioni interrazziali e le persone appartenenti alla comunità Lgbtqi+.

Un modo di agire che ha trovato ancora una volta il suo terreno fertile: appena appresa la notizia di ciò che succedeva all’interno del Dedaena, in poche ore il gruppo ha sommerso di recensioni negative il sito del bar.

Negli scorsi giorni Vladislav Pozdnyakov, fondatore dello «Stato degli uomini», ha definito la campagna del bar georgiano uno «scherzo infantile», minacciando il locale georgiano di «intervenire ancora se sarà necessario».
Non mancano gli interventi di chi sostiene che la storia dei visti è solo un pretesto per il Male State per polemizzare con il Dedaena che ha sempre sostenuto la comunità Lgbtqi+ e condannato la Russia per l’invasione dell’Ucraina.

Da sottolineare che il movimento Male State è nato nel 2016 ed è stato bandito nel 2021 da un tribunale russo in quanto «estremista e fonte di incitamento all'odio nei danni di donne e gay».

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Il Mattino