Meloni scherza con la stampa estera: «Non è la giornata migliore, mi invitate quando perdo le elezioni»

Ieri sera il presidente del Consiglio ha accolto l'invito dei corrispondenti, che da poco tempo si sono trasferiti nella nuova sede di palazzo Grazioli

«So che da me ci si aspetta un intervento leggero e divertente, ma non ero leggera a 15 anni figuriamoci dopo 16 mesi a Palazzo Chigi. In più mi invitate nel giorno...

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«So che da me ci si aspetta un intervento leggero e divertente, ma non ero leggera a 15 anni figuriamoci dopo 16 mesi a Palazzo Chigi. In più mi invitate nel giorno in cui perdo le elezioni, sto facendo la Quaresima e non posso nemmeno affogare i miei dispiaceri nell'alcol, non è la giornata migliore per aspettarsi simpatia e allegria!». Così, scherzando, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel corso dell'incontro con i corrispondenti della stampa estera.

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Ieri sera il presidente del Consiglio ha accolto l'invito dei corrispondenti, che da poco tempo si sono trasferiti nella nuova sede di palazzo Grazioli. È stata l'occasione per uno scambio assolutamente informale con Meloni che non si è sottratta alle domande e alle battute. «Mi considero una persona perbene e buona, e so che non bisogna mai sottovalutare la potenziale cattiveria di un buono costretto a essere cattivo», ha detto il premier, spiegando che le cose che la fanno arrabbiare di più sono «la slealtà, l'umiliazione e perdere a burraco, cosa che mi sta capitando spesso, diciamo che quest'anno non è partito benissimo».

«Sono una persona che ha speso due terzi della propria esistenza nell'impegno politico e ancora adesso la considero la più straordinaria forma di impegno civile che esista. Non amo stare dove sono e, proprio per questo, potrei rimanerci più degli altri», ha continuato Meloni.  «Non ho realizzato nessuno dei miei sogni: volevo fare la cantante ma sono stonata, volevo giocare a pallavolo ma sono una nana, volevo incontrare Michael Jackson ma è morto troppo presto, non era nei miei sogni fare il presidente del Consiglio». Parlando ancora di sé il premier ha spiegato che uno dei suoi «collaboratori storici» ripete che «il mio motto è "moriremo tutti": è vero, non sono una persona ottimista guardo sempre il bicchiere mezzo vuoto, ma siccome so immaginare lo scenario peggiore possibile poi sono in grado di affrontare tutti gli altri». 

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Il Mattino