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Finora Giorgia Meloni aveva messo la freccia e sorpassato Matteo Salvini e la sua Lega nei sondaggi. Ora la leader di Fratelli d’Italia (FdI) piazza un altro colpo e sorpassa il segretario leghista anche nei rapporti con Oltreoceano, segnando un punto importante: Meloni da domani sarà ospite della Conservative Political Action Conference (Cpac) che si svolge quest’anno a Orlando, in Florida.
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Il debutto con i Repubblicani
La conferenza politica annuale dei conservatori Usa, inaugurata da Ronald Reagan nel 1974, non è un appuntamento qualsiasi. Alla Cpac partecipano attivisti conservatori e politici da tutti gli Stati Uniti e leader di vari Paesi. Meloni interverrà il 26 febbraio all’interno del panel “Cpac: The Whole World is Watching”, il tavolo riservato agli ospiti internazionali. Il viaggio della Meloni, arriva in un momento di grandi fibrillazioni legate in particolare alla crisi Russia-Ucraina. Nelle scorse ore, proprio sul tema la leader di FdI è intervenuta chiedendo di far prevalere la distensione, non senza ribadire che «Fratelli d’Italia sostiene l’appartenenza dell’Italia al blocco occidentale e alla Nato senza ambiguità, soprattutto di fronte a crisi di ampia portata come questa». Insomma, nessuna indulgenza verso la Russia di Vladimir Putin, con cui Salvini in passato ha intrattenuto rapporti costanti.
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L'upgrading
Il salto di qualità sul fronte internazionale grazie al nuovo legame con i Repubblicani Usa, nella strategia della Meloni serve a dare ulteriore visibilità a FdI in un’ottica di saldatura e rilancio dei rapporti Transatlantici. E questo mentre il centrodestra, dopo la partita per il Quirinale, è sempre più spaccato. E forse tramontato se, come molti partiti chiedono, si andrà verso una legge proporzionale. La prova della svolta atlantista con tanto di abiura sovranista, della competition con Salvini e dello sgretolamento dell’alleanza con Lega e Forza Italia, arrivano dalle parole spese la scorsa notte dalla leader di FdI: «Io leader con Salvini di una destra sovranista? Io mi definisco conservatrice e quindi le etichette che mi appiccicano addosso gli altri, francamente, non mi interessano.
I tentativi di Salvini
Da notare che il leader leghista aveva tentato di farsi accreditare come interlocutore di conservatori americani. E l’aveva fatto con Giancarlo Giorgetti nel ruolo di ambasciatore. Nell’ottobre scorso il ministro dello Sviluppo ha svolto un lungo viaggio negli States, con tappe ad Harvard e Washington. Ma si vede che l’esplorazione di Giorgetti non è bastata. I repubblicani americani alla fine hanno preferito la Meloni.
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