Papa Francesco accoglie 6mila barboni pellegrini e chiede loro scusa per come vengono trattati nel mondo

Papa Francesco accoglie 6mila barboni pellegrini e chiede loro scusa per come vengono trattati nel mondo
Città del Vaticano A nome dei cattolici il Papa pronuncia un importante mea culpa verso gli ultimi, gli emarginati, i poveri, i barboni. Perdono, “se qualche volta vi...

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Città del Vaticano A nome dei cattolici il Papa pronuncia un importante mea culpa verso gli ultimi, gli emarginati, i poveri, i barboni. Perdono, “se qualche volta vi ho offeso con le parole e per non aver detto quello che dovevo”. Perdono, per “ogni volta che i cristiani davanti a un povero guardano da un’altra parte”. In Aula Paolo VI c'è tanta commozione. Ad ascoltare Bergoglio ci sono 6mila poveri, precari e senzatetto, venuti a Roma da tutta Europa per il Giubileo delle Persone socialmente escluse. “La povertà è nel cuore del Vangelo”.


Il pontefice per un attimo lascia da parte il testo scritto e si lascia andare a frasi che gli sgorgano dal cuore. Parla in spagnolo dopo aver ascoltato due testimonianze di un francese e un polacco. Ha ascoltato le loro storie che grondavano di dolore ma, al tempo stesso, di speranze, di sogni infranti. “Aiutateci a credere ancora che nel cuore del Vangelo c’è la povertà come un grande messaggio non solo per i cattolici cristiani ma per tutti che dobbiamo avere una Chiesa per i poveri e che ogni uomo e donna devono vedere Cristo nei poveri. Non solo i cattolici, ma tutti i cristiani dobbiamo volere una Chiesa per i poveri”. Il Giubileo dei barboni è l'ultimo appuntamento giubilare prima della chiusura della POrta Santa. Ad organizzarlo monsignor Rino Fisichella che ha sensibilizzato tutte le organizzazioni umanitarie cattoliche, dalla San VIncenzo de Paoli, alla Caritas.

“Voi nella vostra povertà, nella vostra situazione, potete essere artigiani di pace”, ha ricordato il Papa. “È molto triste  quando la guerra si fa tra i poveri perché i poveri sono portati a essere costruttori della pace. Date esempio di pace – è stato il suo incoraggiamento – abbiamo bisogno di pace nel mondo, nella Chiesa, in tutte le chiese”. E anche in tutte le religioni, “perché tutte le religioni sono messaggere della pace ma devono crescere nella pace. Una pace che viene dalla sofferenza e dal cuore cercando armonia che dà una dignità”.


“Non smettete mai di sognare”, ha incoraggiato Francesco, “i sogni di un povero, di uno che non ha tetto, come saranno? Sognavate che un giorno potevate venire a Roma? Si è avverato, tutto può cambiare. Dovete insegnarci a tutti noi che abbiamo un tetto a non essere soddisfatti con i sogni, insegnateci a sognare dal cuore del Vangelo dove state voi”. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino