Da Berlusconi alla zona rossa, Giuseppe Conte torna a parlare. «Silvio Berlusconi l'ho chiamato io la sera in cui ho saputo che aveva contratto il virus. È...
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Sulla zona rossa, «non ho mai rivisto le mie dichiarazioni: ho parlato del verbale del 3 marzo. Il 4 marzo il ministro Speranza incontra Fontana e Gallera a Milano, il 5 parliamo al Consiglio dei ministri e parliamo del contenuto e nasce l'esigenza di un supplemento di approfondimento. Brusaferro dà un parere la notte stessa del 5. Quando io vado la mattina del 6 abbiamo già predisposto lo strumento normativo per Alzano», spiega Conte. «La mattina del 6 arrivano i dati del 5, fatti nuovi, e nel confronto gli esperti stessi maturano la decisione della zona rossa in tutta la Lombardia e per altre province». Poi, la politica: «Quando si parla di opposizione si parla di tre partiti di centrodestra con esponenti dai temperamenti diversi. Con Fi il dialogo è costante e molto istituzionale e rispetto dei ruoli, con Meloni anche.
«Quando si è lavorato per nuova una commissione Ue fu proposto innanzitutto Timmermans ma alla fine non andò a buon fine - ha poi detto Conte -. Subito dopo io stesso cercai di creare consenso per Draghi, lo avrei visto bene come presidente della Commissione Ue. Lo ho incontrato perché non volevo spendere il suo nome invano ma lui mi disse che non si sentiva disponibile perchè era stanco della sua esperienza europea. Non è un rivale, è un'eccellenza».
Il Mattino