M5S, tra Conte e Grillo è l’ora del disgelo: si tratta sui poteri del garante

M5S, tra Conte e Grillo è l’ora del disgelo: si tratta sui poteri del garante
​Alla fine è tutta una questione di tempo. Ne ha poco Giuseppe Conte per non appannare la sua leadership e ne ha ancora meno Beppe Grillo per evitare...

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​Alla fine è tutta una questione di tempo. Ne ha poco Giuseppe Conte per non appannare la sua leadership e ne ha ancora meno Beppe Grillo per evitare la dissoluzione del M5S. E così, come era nelle cose, i due si sono tornati a parlare dopo le scintille dei giorni scorsi, e si lavora ad una soluzione condivisa, anche se non facile. 

 

Conte, sì a Grillo garante. Di Maio: «Intesa vicina». All’ex premier la guida del M5S, al fondatore resta il ruolo di “visionario”

Giuseppe Conte, ecco il piano B: il suo partito (al 10-15%) ruberebbe voti a Pd e M5S

 

La tregua

 

Tra i problemi che hanno i mediatori alla Fico e Di Maio è quello di evitare che venga intestato ad uno dei due il passo indietro e di uscire con un solo sconfitto dallo scontro sul testo di uno statuto che - alla faccia della trasparenza tanto evocata negli anni scorsi - non conosce nessuno se non i contendenti, parlamentari ed iscritti compresi. Mentre questi ultimi si interrogano anche sul destino dei loro dati che sono nella piattaforma Rousseau, la contesa ha svelato che anche coloro che vogliono Conte alla guida del M5S non intendono rinunciare a Grillo e tantomeno pensano sia possibile fargli fare la fine di Davide Casaleggio. E così anche la minacciata scissione che avrebbe dovuto portare alla nascita di un nuovo partito, ha perso quota permettendo ai “pontieri” di organizzare il confronto telefonico.

Non tutto è risolto, diverse le questioni aperte ma ciò che sembra ormai scontato è che i due - in mancanza di alternative - debbano trovare un modo per convivere sotto lo stesso tetto. Grillo resterà garante del Movimento. Ovvero continuerà a svolgere quel ruolo da «visionario», come lo definisce lo stesso comico, che negli scorsi anni ha molto orientato scelte e alleanze. Ma l’ex premier non intende lasciare a Grillo la possibilità di capovolgere le decisioni del partito, e degli iscritti, così come accaduto a Marika Cassimatis candidata a Genova come sindaco e poi cacciata dal Movimento. Grillo resiste, ma alla fine potrebbe anche cedere per conservare il ruolo da Garante, come chiesto da molti parlamentari, che gli permetterebbe comunque di intervenire. Ma al di là delle questioni legali, resta aperta la questione politica su dove andrà il Movimento. 

Nel tardo pomeriggio Conte terrà una conferenza stampa per spiegare le sue ragioni, replicare a Grillo che giovedì scorso lo aveva duramente criticato, e spiegare soprattutto ai parlamentari e agli iscritti al Movimento il profilo che avrà il partito una volta che si sarà dotato di uno statuto, una sede e strutture come i partiti tradizionali. Mentre la sit-com stile “Sandra&Raimondo” va avanti e sfida i problemi causati dalla pandemia, e l’attuazione delle riforme del Recovery Plan, sui blog del Movimento gli iscritti iniziano a rumoreggiare, si dividono tra le due parti ma in sostanza invitano i due alla pace e a trovare una sintesi.

Con il fiato sospeso è il Pd più che il governo. Draghi va avanti con il suo programma, mentre al Nazareno si segue con una certa inquietudine lo svolgersi della contesa tra il sostenitore più convinto dell’attuale esecutivo (Grillo) e il più tenace alleato dei dem (Conte).

Sullo sfondo la svolta moderata che sembra intenzionato ad imboccare il Movimento che archivia la stagione del “vaffa”. 
 


 

 

 

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Il Mattino