Nel giro di una notte il baratro dentro il quale il governo sembrava caduto si trasforma in un congelamento, temporaneo e precario, della crisi. Matteo Salvini, per ora, lascia...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Conte: Autonomia sì ma senza scuola. Ira dei governatori
Autonomia, Zaia: «Basito davanti a ennesimo rinvio»
«Siamo esterrefatti dalle parole di Conte, la sua difesa è incomprensibile», tuonano i capogruppo Sebastiano Romeo e Riccardo Molinari puntando il dito innanzitutto su Toninelli. In realtà, si spiega a Palazzo Chigi, Conte non poteva agire diversamente: non si è quasi mai visto, si osserva, un premier che attacchi i suoi ministri. Il punto è un altro: sul tavolo del premier non è arrivata alcuna richiesta di rimpasto. Ma Conte va oltre. Punzecchia Salvini sulla sua assenza al vertice sulle Autonomie («quando ci si siede a un tavolo con la disponibilità di lavorare il clima è buono»), assicura che rispetterà tutti gli impegni, manovra inclusa, non nasconde i frequenti colloqui telefonatici con Mattarella e lancia un messaggio erga omnes: «io non vivacchio, lavoro». Il M5S in serata derubrica il caso- rimpasto a boutade giornalistica e se la prende con gli attacchi a mezzo stampa della Lega. «Noi sosteniamo Toninelli e Trenta, avremmo degli appunti da fare anche ad altri membri del governo ma non risponderemo più gli attacchi», recita una nota del Movimento, che prova così ad allargare l'ipotetico rimpasto anche ad esponenti leghisti. Tra i pentastellati, in realtà, la consapevolezza che Toninelli sia a rischio è ben presente e il passaggio del Mit alla Lega non è relegato alla fanta-politica. E non è un mistero che, collegato al rimpastino tra i sottosegretari pentastellati, sia girato anche il nome di Stefano Patuanelli nel post-Toninelli.
Diverso il discorso di Trenta, dove - osservano nel M5S - il primo veto è quello del Colle.
Il Mattino