Governo, la trattativa M5S-Pd e lo scoglio del futuro presidente del Consiglio

Governo, la trattativa M5S-Pd e lo scoglio del futuro presidente del Consiglio
La legge Fornero, il jobs act, la buona scuola. Argomenti forse buoni a render indigesta l’intesa ai 5S. Se però l’eventuale accordo Pd-M5S non sarà una...

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La legge Fornero, il jobs act, la buona scuola. Argomenti forse buoni a render indigesta l’intesa ai 5S. Se però l’eventuale accordo Pd-M5S non sarà una “retrospettiva”, come si augura Piero Fassino, è possibile che tutto il passato venga più o meno accantonato. E allora l’unico argomento in grado certamente di far saltare l’intesa resta sempre lo stesso: chiedere a Luigi Di Maio di fare un passo indietro e scegliere per palazzo Chigi un premier terzo.


Il nodo non è stato ancora affrontato nella fase delle consultazioni che le delegazioni dei partiti hanno avuto con il presidente-esploratore Roberto Fico, ma è scontato che prima o poi venga proposto. D’altra parte sin dal primo momento i Dem si sono sfilati dalle trattative proprio per dimostrare che i due presunti vincitori, Salvini e Di Maio, pur avendo ottenuto un ottimo risultato, non hanno realisticamente vinto nulla. Salvini ha già avuto la sua occasione e l’ha fallita anche per colpa dell’alleato e delle rigidità grilline. Ora tocca a Di Maio, secondo di Dem, ammettere di essere arrivato primo, ma non di aver vinto.

La richiesta del passo indietro è quindi scontata, e occorre ora attendere se Di Maio, come affermato più volte in precedenza, darà la disponibilità a discutere di premier. Sempre ammesso che ci si arrivi e che la direzione del Pd del 3 maggio non decida di chiudere nuovamente  la porta.
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Il Mattino