Green pass nei locali, arriva l'ultimo no: contrari ristoratori, bar, Fapi, Coldiretti

Green pass nei locali, arriva l'ultimo no: contrari ristoratori, bar, Fapi, Coldiretti
L’ultimo no è arrivato dalla Fapi (Federazione autonoma piccole imprese), che parla di «provvedimento incomprensibile». L’idea del green pass,...

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L’ultimo no è arrivato dalla Fapi (Federazione autonoma piccole imprese), che parla di «provvedimento incomprensibile». L’idea del green pass, inserito anche con QR-code nei telefonini, per entrare anche nei locali pubblici fa discutere. Contraria la Fipe-Confcommercio, contrari ristoratori e bar e persino la Coldiretti. Martedì una decisione del governo, tra divisioni politiche e più ipotesi di applicazione.

COME
La «patente» per viaggiare e accedere ai locali pubblici, nei cinema, alle manifestazioni pubbliche verrebbe concessa solo dopo la seconda dose di vaccino. Il rilascio avverrebbe attraverso i canali e le piattaforme informatiche regionali e nazionali, con documento da stampare, ma anche con un QR-code da tenere nei cellulari. Questa ipotesi è contrastata, per i pericoli di contraffazioni e di falsi denunciati anche dal garante per la privacy.
Il rilascio sarebbe automatico dopo la seconda dose, ma c'è chi ha avanzato riserve costituzionali sull’applicazione di questo lasciapassare anche per frequentare luoghi pubblici, compreso i mezzi di trasporto locali. C’è chi considera il green pass una limitazione alla libertà di circolazione, vietata dalla Costituzione evidenziando le differenze tra l'Italia e la Francia dove questo documento viene già utilizzato.

CHI CONTROLLA
«Chi deve verificare che il cliente ha il green pass, come, non siamo dei pubblici ufficiali» hanno ripetuto in queste ore i rappresentanti di Confcommercio e Confesercenti. I ristoranti devono rispettare già regole come il limite di persone per tavolo, il distanziamento tra i posti, il rilevamento della temperatura all’ingresso. Con il green pass, al cliente dovrebbe essere verificato il lasciapassare come fa un agente della dogana quando si passano le frontiere. E i dubbi espressi dalle associazioni di categoria sono molti: se, in una comitiva, qualcuno non ha il green pass dobbiamo mandarlo a casa? Come possiamo verificare l’autenticità del QR-code? Osservazioni che guardano con preoccupazione alle anticipazioni che circolano in queste ore, che ipotizzano una sanzione di 5 giorni di chiusura a ristoratori e bar che hanno accettato clienti senza green pass.

COSA


Il green pass dovrebbe accertare l’avvenuta vaccinazione doppia, o l’avvenuta guarigione per chi ha avuto il Covid, o l’esistenza di un test molecolare negativo. Un attestato di assenza di contagiosità. Ha avvertito il garante della privacy: «Attenzione a condividere sui social il QR-code del green pass, che contiene una serie di dati sensibili personali». Un altro motivo di critica, che riguarda l’invasione di questo strumento nella propria sfera personale. In questo contesto, nonostante l’aumento dei contagi per la variante Delta, nulla è sicuro sull’adozione della nuova forma di green pass, che si aggiungerebbe a quella in vigore dal primo luglio per viaggiare all’estero. Il sistema di controlli, ma anche i luoghi che sarebbero inibiti a chi non possiede questa certificazione (bar, ristoranti, palestre, centri sportivi, ospedali come visitatori, case di cura per anziani, centri sociali, salire su treni, bus, metropolitane e aerei) dividono nelle valutazioni. E le associazioni dei ristoratori hanno ripetuto che, quest’estate, il green pass per accedere nei loro locali riguarderebbe due italiani su tre. Una decisione che investirebbe l’attività di non meno di 360mila bar, ristoranti e pizzerie. Tutto è ancora da decidere.
 
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Il Mattino