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Una trasferta annunciata, poi smentita, poi rimandata. Ma alla fine, questa mattina, Beppe Grillo è arrivato a Roma. Jeans e camicia blu, il fondatore del M5S non ha rilasciato commenti entrando all'Hotel Forum, il suo alloggio abituale nella Capitale con vista sui Fori Imperiali. Seguito, un'ora dopo, da Giuseppe Conte. Obiettivo della trasferta (che dovrebbe prolungarsi almeno fino a domani): tentare di riappiccicare i cocci del Movimento. Messo a dura prova sia dall'esito disastroso delle amministrative, coi voti nelle città crollati a una media del 2,1 per cento secondo un calcolo elaborato da Youtrend, che dalla scissione di oltre 60 parlamentari fedeli a Luigi Di Maio.
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Ma c'è un altro nodo che preoccupa forse più dei primi due molti degli eletti stellati. È l'ipotesi terzo mandato, ossia la possibilità per deputati e senatori M5S approdati in parlamento nel 2013 di ricandidarsi per un altro giro nel 2023, in parlamento oppure nei consigli regionali.
Ma ecco il cambio di rotta. Secondo quanto trapela, il garante potrebbe aprire a una "micro deroga", che fisserebbe la percentuale degli eletti ammessi al "terzo giro" al di sotto del 10 per cento. Il che aprirebbe le porte del parlamento e dei consigli regionali solo a una manciata di grillini forti di due mandati, mentre a Bruxelles gli europarlamentari al "terzo round" si conterebbero sulle dita di una mano. Sempre che il voto online ratifichi la decisione.
Un'inversione a U, motivata - sembra - anche dalla volontà di permettere al sottosegretario stellato Giancarlo Cancelleri di correre (per la terza volta) alle elezioni regionali siciliane in programma il prossimo ottobre. Lui, rimasto nel Movimento nonostante le sirene scissioniste, non ha fatto mistero di volersi candidare. E c'è chi teme che, in caso di rifiuto da parte dei vertici, potrebbe farlo ugualmente fuori dal M5S. Magari con la neonata formazione di Di Maio.
I tempi però sono strettissimi. Perché la partita delle primarie siciliane si chiude il 30 giugno. Il che implicherebbe per il Movimento organizzare un voto online in neanche tre giorni. Ma le pressioni per aprire a stretto giro al voto sul terzo mandato cominciano a essere così forti, nel M5S, che quella che sembrava un'ipotesi improbabile appare ora sempre più plausibile. Un modo, malignano i dimaiani, anche per provare a mettere un freno alle emorragie nelle file grilline verso Di Maio (oggi un'altra consigliera regionale, l'aburzzese Sara Marcozzi, è passata a Insieme per il Futuro).
Ma il rischio, fa notare qualcuno anche all'interno dello stesso M5S, è che sia già troppo tardi. «Le amministrative ormai le abbiamo perse - il ragionamento che corre tra gli scettici dell'operazione - un quarto dei parlamentari se ne sono andati. Grillo sarebbe dovuto venire prima, a Roma. Ormai - è la domanda che serpeggia - a che serve cambiare le regole? Si rischia soltanto di perdere un altro pezzo della nostra identità».
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Il Mattino