Il 1° maggio il piccolo Peter Kema Jr. avrebbe compiuto 25 anni. Ne aveva solo 6 quando sparì in un giorno del 1997: da quel momento il buio. Il piccolo non venne...
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Secondo quando ha scritto oggi KHON2, i genitori non avvertirono immediatamente la polizia della scomparsa di Peter: i due la segnalarono mesi dopo, in seguito alle preoccupazioni di un assistente sociale che non riusciva più a parlare con il bambino. All'epoca il padre disse che il bimbo era stato portato a una zia, Rose Makuakane, che abitava sull'isola di Oahu. Ma la polizia non riuscì mai a rintracciare la donna o a confermare la sua esistenza. Gli anni passavano, del piccolo Peter non c'erano tracce e i genitori, fin dall'inizio nel mirino degli investigatori, non vennero mai incastrati per insufficienza di prove.
Nel 2005, Lillian Koller, l'allora direttore dello Human Services, pubblicò un documento choc: oltre duemila pagine nelle quali si raccontavano gli abusi che Peter e i suoi fratelli avevano dovuto subìre per mano del padre. Devalynn, il più piccolo del figli, nel 1998 raccontò a uno psicologo di aver visto Peter morto in una scatola. Circostanza smentita da una sorellina che disse invece di averlo visto anche nei mesi successivi a quella circostanza. Solo negli anni successivi la ragazzina raccontò di come il padre picchiasse ferocemente Peter, che spesso veniva legato con catene e funi. Nonostante tutto, il caso venne riaperto nel 2014 e adesso le nuove testimonianze di alcuni familiari avrebbero portato all'arresto dei genitori del piccolo.
Venerdì la coppia è comparsa davanti al giudice che li ha accusati di omicidio di secondo grado.
«È il giorno che stavamo aspettando da molto tempo – ha detto il procuratore di Hawaii County, Mitch Roth – Il 1° maggio sarebbe stato il 25° compleanno del piccolo Peter. È passato troppo tempo prima che venisse fatta giustizia». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino