Omran, il bimbo simbolo dell'assedio di Aleppo, sta bene. La foto e il video di quel faccino insanguinato e coperto di polvere emerso dalle macerie, senza neppure una lacrima...
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Il fermo immagine, diventato virale sui social, è stato postato su Facebook da Kinana Allouche, giornalista pro-Damasco della Tv al-Mayadeen che ha intervistato la famiglia e che scrive: «Omran Daqnish, che è stato falsamente dipinto come un bambino colpito dall'esercito siriano ora vive in Siria con il suo esercito, il suo leader e la sua gente».
Nell'intervista, il papà del bimbo afferma che i gruppi ribelli e i media internazionali avevano usato suo figlio per attaccare il governo siriano. Ma, scrive il Telegraph online, la «famiglia potrebbe essere stata costretta a rilasciare l'intervista per la propria salvezza» e, sottolinea il giornale, viene presentata come «leale al regime durante tutto l'assedio ad Aleppo est».
Insomma un bimbo strattonato da tutti, pro e contro Damasco, strumentalizzato dai media di tutte le parti in conflitto e anche da quelli internazionali che - almeno in teoria - sono super partes. Come Aylan, il piccolo profugo, siriano anche lui, annegato nel Mediterraneo mentre fuggiva dalla guerra. Bimbi due volte vittime. E mentre le foto passano, i conflitti e i drammi restano. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino