Pontida, nel pantheon leghista Salvini inserisce Leopardi, Livatino ed Enzo Ferrari

Pontida, nel pantheon leghista Salvini inserisce Leopardi, Livatino ed Enzo Ferrari
Non solo Margaret Thatcher e San Giovanni Paolo II: davanti al popolo del pratone di Pontida, Matteo Salvini nomina nel suo pantheon ideale figure, come Oriana Fallaci, di cui...

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Non solo Margaret Thatcher e San Giovanni Paolo II: davanti al popolo del pratone di Pontida, Matteo Salvini nomina nel suo pantheon ideale figure, come Oriana Fallaci, di cui oggi cade il tredicesimo anniversario della morte, il giudice siciliano Rosario Livatino e Enzo Ferrari. Ma anche Giacomo Leopardi («diceva che la pazienza è la più forte delle virtù») e Don Pierino Gelmini. Lodi anche per l'ex segretario del Pci: «Una volta - ha sottolineato Salvini - i comunisti erano persone serie, come Enrico Berlinguer, parlavano con gli operai, oggi con i banchieri. Si rivolterebbe nella tomba».


Quindi il passaggio dedicato alla nota giornalista e scrittrice toscana, da tempo figura di riferimento del Capitano: «Da un lato c'è la Fallaci, il suo coraggio per le sue idee, dall'altro la viziatella comunista Carola, quella che mi ha denunciato e che non vedo l'ora di guardare al processo a testa alta. Proprio il 15 settembre ci ha lasciato ma le sue idee vivranno per sempre. Grazie Oriana speriamo che i tuoi testi divengano libri di testo nelle scuole». 

Poi il ricordo del giudice ucciso il 21 settembre del 1990 sulla SS 640 mentre si recava, senza scorta, in tribunale, per mano di quattro sicari assoldati dalla Stidda agrigentina. «Quasi 40 anni fa - è il ricordo di Salvini - scriveva che sarebbe stato opportuno che i giudici rinunciassero alle elezioni, e che se si fossero presentati, almeno si sarebbero dovuti dimettere dalle cariche giudiziarie. Era Rosario Livatino, un martire ucciso dalla mafia». Infine la citazioni di Drake, come era soprannominato il padre della scuderia del cavallino rampante: «Non so perché non fu mai nominato senatore a vita, pure essendo stato un grande italiano. Lui diceva: 'quando le mie macchine vincono, sono orgoglioso di essere italiano».
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Il Mattino