Mirko, Donato e Francesca aspettano il Papa: sono tre degli oltre venti bambini che questa mattina incontreranno Bergoglio. Il più piccino è anche il più...
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«Ti prego, non farlo, non voglio rischiare di dormire quando arriverà il Papa.
«Gli ho scritto una lettera”– dice un bimbo del Congo, qui all’ospedale di San Giovanni Rotondo grazie alle Caritas». «Gli ho chiesto di guarire. Magari mi accontenta. Speriamo solo di averla scritta bene». Il reparto è tirato a lucido, l’ospedale è blindato da giorni e oggi sarà impossibile avvicinarcisi almeno fino a quando Papa Francesco non sarà ripartito. «Una gioia immensa per noi – dice Lucia Miglionico, che di tutti questi bambini è anche un po’ mamma. «Sono giorni che i piccoli si preparano al suo arrivo. La loro ansia cresce davvero ora dopo ora”. Il criterio con il quale sono stati selezionati è quello dei turni chemioterapici: “Il Papa incontrerà i piccoli che tra oggi e domani dovranno sottoporsi alle sedute di chemio, e che da protocollo ricoveriamo dal giorno prima. È l’unica selezione che ci è parsa applicabile, per evitare di dover scegliere. La speranza è che torni presto, di modo che possa regalare la stessa gioia anche a tutti gli altri». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino