Jihad in Spagna due arresti a Ceuta

Jihad in Spagna due arresti a Ceuta
Madrid. Due persone sono state arrestate all’alba a Ceuta, l’enclave spagnola in Marocco, per attività jihadiste collegate a Daesh. I due detenuti avevano...

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Madrid. Due persone sono state arrestate all’alba a Ceuta, l’enclave spagnola in Marocco, per attività jihadiste collegate a Daesh. I due detenuti avevano realizzato un lungo processo di radicalizzazione e “facevano parte di un gruppo coeso arrivato a un livello molto alto di determinazione” per mettere a segno attentati, informano fonti del ministero spagnolo degli interni. Le indagini, condotte negli ambienti estremisti dell’enclave, hanno portato all’individuazione di una cellula jihadista in embrione nel quartiere del Principe Felipe, dove sono in corso pequisizioni da parte degli agenti del servizio di intelligence della guardia civile, alla ricerca di armi. Perquisizioni sono state effettuate in sei fra appartamenti e locali nella disponibilità degli arrestati. L’operazione è coordinate dalla Procura dell’alto tribunale dell’Audiencia Nacional di Madrid, competente per i reati di terrorismo. L’area dove sono in corso le ricerche delle armi, con i metal detector, è un quartiere popolare a maggioranza musulmana, ad alto tasso di povertà e radicalizzazione. Ma uno dei due presunti hijadisti è stato arrestato nel rione di Villajovita, dove finora non si erano registate detenzioni collegate con il terrorismo del Daesh.


Dal 2015, quando il ministero degli interni ha elevato l’allarme terrorista al livello 4, di grave rischio, le forze di sicurezza spagnole hanno arrestato 180 jihdisti.

Un rapporto di intelligence della società di consulenza AICS, per la valutazione del rischio terrorismo, commissionato da grandi imprese iberiche opeanti in nord Africa, segnalava circa un anno fa l’esistenza di “piccoli campi di addestramento” per jihadisti alla periferia della città di Fnideq, la vecchia Castillejos, una località a 8 chilometri della frontiera di Ceuta. Una riserva di soldati della hijad da inviare sui fronti di guerra, in Siria, Irak e Mali. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino