Incendio condotta idrica è emergenza a Messina

Incendio condotta idrica è emergenza a Messina
PALERMO - Conclusa lo scorso novembre l'odissea durata tre settimane, con la città a secco e la popolazione in coda per rifornirsi dalle autobotti, Messina precipita di...

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PALERMO - Conclusa lo scorso novembre l'odissea durata tre settimane, con la città a secco e la popolazione in coda per rifornirsi dalle autobotti, Messina precipita di nuovo nell'emergenza, e stavolta in piena estate. Stamani all'alba, «uno strano incendio», come lo definisce l'assessore ai lavori pubblici Sergio De Cola, ha liquefatto un centinaio di metri del bypass realizzato nove mesi fa nella condotta idrica Fiumefreddo, nel territorio di Calatabiano (Catania), per rimediare alla rottura della rete principale dovuta allo smottamento della collina. E dubbi sulla natura del rogo vengono espressi anche dal presidente della Regione Rosario Crocetta e dal sindaco di Messina Renato Accorinti.


«Non faccio supposizioni, ma se dagli atti ufficiali risultasse che questo evento è di natura dolosa, sarebbe un attentato di stampo mafioso alla vita delle persone, perché si privano 250 mila persone del diritto all'acqua», dice il sindaco, annunciando di avere denunciato la vicenda ai carabinieri. Da stamane l'Amam, società a totale partecipazione comunale, che gestisce il servizio idrico, ha bloccato l'erogazione. A rifornire i serbatoi, che domattina saranno aperti per un paio d'ore, c'è la poca acqua (circa 200 litri al secondo, invece che gli 800 della condotta principale) provenienti dall'acquedotto Alcantara, «fino a sei o sette anni fa - spiega De Cola - secondo fornitore d'acqua per Messina, prima che un guasto, mai del tutto riparato dal gestore privato Siciliacque, ne condizionasse la portata idrica». L'assessore ritiene altamente probabile che l'incendio di oggi sia doloso. «L'area - osserva - è quasi del tutto priva di vegetazione a causa dei recenti lavori effettuati». Come l'amministrazione comunale, anche il presidente dell'Amam, Leonardo Termini, ha presentato una denuncia ai carabinieri.


Scattato il piano d'emergenza, che prevede l'utilizzo di autobotti, i tecnici dell'Amam, insieme alla Protezione civile regionale e comunale, stanno verificando la fattibilità tecnica di un rapido intervento per ripristinare, almeno parzialmente, il bypass. Se i pezzi necessari saranno reperiti a breve, entro 36-48 ore dovrebbe essere garantita un'erogazione di circa 400 litri al secondo. De Cola punta il dito contro i ritardi nei lavori per contenere la frana che ha provocato l'emergenza dello scorso autunno: «L'ordinanza della Protezione civile - spiega - ha stanziato due milioni che dovevano anche servire al monitoraggio della frana con telecamere, operazione che vedeva coinvolta l'università di Firenze. Stamane ho provato a informarmi e mi è stato detto che le telecamere sono spente perché il contratto non è mai stato attivato. Non so chi l'avrebbe dovuto rendere operativo, ma non è stato fatto». Intanto, la deputata di Forza Italia Mariella Gullo afferma che «in otto mesi ci sono state solo chiacchiere e passerelle. La Regione aveva promesso 24 milioni per consolidare le colline del versante jonico e adeguare la conduttura. Quattrini mai arrivati». E il senatore di Sinistra italiana, Francesco Campanella, parla di «disastro annunciato». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino