Intercettazioni, emendamento del Pd: niente carcere per i giornalisti. Orlando: «Nessuna volontà di colpire la stampa»

Intercettazioni, emendamento del Pd: niente carcere per i giornalisti. Orlando: «Nessuna volontà di colpire la stampa»
Il Pd presenta un emendamento a firma Verini-Ermini al ddl di riforma del processo penale che esclude la punibilità per i giornalisti che nel'ambito del diritto di cronaca...

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Il Pd presenta un emendamento a firma Verini-Ermini al ddl di riforma del processo penale che esclude la punibilità per i giornalisti che nel'ambito del diritto di cronaca utilizzano conversazioni registrate di nascosto. Esclusa anche la punibilità per registrazioni utilizzate in processi penali e amministrativi o per l'esercizio del diritto di difesa.




La sanzione del carcere resta, invece, per chi diffonde video e registrazioni di nascosto al fine di danneggiare l'immagine altrui. Costituisce «delitto, punibile con la reclusione non superiore a quattro anni - si legge nell'emendamento - la diffusione al solo fine di recare danno alla reputazione o all'immagine altrui, di riprese audiovisive o registrazioni di conversazioni, anche telefoniche, svolte in sua presenza ed effettuate fraudolentemente. La punibilità è esclusa quando le registrazioni o le riprese sono utilizzabili nell'ambito di un procedimento amministrativo o giudiziario o per l'esercizio del diritto di difesa o del diritto di cronaca», si legge nel testo messo a punto dal responsabile Giustizia del Pd David Ermini e dal deputato dem Walter Verini. L'emendamento sostituisce per intero la lettera B del comma 1 dell'articolo 29. Tra le novità, oltre alla non punibilità per il diritto di cronaca, è introdotta anche quella per la difesa personale. Il testo dovrebbe andare al voto domani alle 15:00 in Aula, al termine del comitato dei nove.



«La tempistica è quella che ci consenta di arrivare al voto definitivo entro la pausa estiva». A dirlo è il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, rispondendo ai giornalisti che, a margine di un evento a Expo, gli chiedevano quali fossero i tempi di approvazione della riforma sulle intercettazioni. «Mi auguro che si arrivi all'approvazione prima della pausa estiva - spiega - ma dipenderà anche dal comportamento delle opposizioni: mi auguro che questo sia un orizzonte temporale che possa essere rispettato». Parlando dell'emendamento Pagano, Orlando spiega che «è un emendamento che viene da un'altra forza politica, il Pd ha ritenuto condivisibile l'istanza di fondo; si sono manifestate perplessità sulle modalità attraverso cui questa istanza, che ripeto va difesa, veniva tutelata», dice il ministro. Adesso l'intento è «di precisare meglio la 'ratiò della norma, che a mio avviso era comprensibile da un certo tipo di interpretazione. Il fatto che abbia creato così tanta inquietudine ci ha consigliato - conclude il ministro - di precisarla meglio». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino