Iraq, l'Isis brucia madre e quattro figli in fuga dall'area controllata dalla jihad

Iraq, l'Isis brucia madre e quattro figli in fuga dall'area controllata dalla jihad
Cronache di barbarie continuano ad arrivare dall'Iraq benché i jihadisti dell'Isis siano in ritirata dalla loro roccaforte Mosul, ormai da quasi tre mesi, sotto...

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Cronache di barbarie continuano ad arrivare dall'Iraq benché i jihadisti dell'Isis siano in ritirata dalla loro roccaforte Mosul, ormai da quasi tre mesi, sotto l'attacco asfissiante dell'esercito iracheno appoggiato dalla coalizione a guida americana. È la televisione al-Manar, vicina agli Hezbollah sciiti libanesi, in onda da Beirut, ad aver riferito di un episodio atroce compiuto da miliziani dello Stato Islamico contro una famiglia indifesa che già aveva perso tutto e cercava solo di allontanarsi dalle zone di combattimento.


L'emittente, citando fonti locali e testimoni, ha raccontato che una donna irachena e i suoi quattro figli sono stati giustiziati con estrema crudeltà - bruciati vivi - dai miliziani dell'Isis solo perchè cercavano di andarsene da un'area di Kirkuk ancora sotto il controllo dei jihadisti. Secondo al-Manar, la donna è stata bloccata con i figli, tre femmine e un maschietto che stava cercando di portare in salvo, mentre era sull'autostrada Himreeen, nel nord-ovest dell'Iraq. Nessun uomo della sua famiglia era lì a proteggerla, nessuno tra gli altri sfollati era in grado di intervenire a sua difesa. I jihadisti l'hanno accusata di essere responsabile del «crimine» di voler abbandonare «il califfato» e hanno condannato a morte lei e i suoi figli. Subito dopo, riferisce ancora la tv citando fonti locali, hanno eseguito la sentenza senza neppure sprecare le pallottole di un kalashnikov. Hanno dato loro fuoco e li hanno fatti morire tra atroci sofferenze, costringendo altri civili fuggiti dalle loro case devastate a guardare.


Un atto dimostrativo e di intimidazione che stavolta è stato raccontato e, forse, ha dato nuova forza a quegli iracheni che contro il terrore imposto dal Califfato stanno combattendo. È di oggi la notizia che il complesso dell'Università di Mosul è stato completamente liberato e che i miliziani dell'Isis sono stati definitivamente sconfitti dalle forze speciali irachene e si sono ritirati. Su tutti gli edifici, ha comunicato il generale Haider Fadhil, ora sventolano le bandiere irachene e i soldati li stanno ispezionando per disinnescare le mine che sempre i jihadisti disseminano nelle strade e nelle case dei quartieri che sono costretti ad abbandonare. La cautela è comunque d'obbligo perché non sono completamente cessati, ha spiegato il generale, i colpi dell'artiglieria Isis e vi sono cecchini ancora in agguato. L'offensiva su Mosul - caduta in mano all'Isis nel 2014 - è cominciata lo scorso 17 ottobre. Impegna circa 30.000 uomini: soldati dell'esercito iracheno e vari gruppi armati tra cui paramilitari sciiti e sunniti e combattenti curdi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino