L'Isis fa saltare in aria un bambino: orfano utilizzato per insegnare a costruire trappole esplosive

L'Isis fa saltare in aria un bambino: orfano utilizzato per insegnare a costruire trappole esplosive
​Bambini usati come bombe. Imbottiti di esplosivo e fatti saltare in aria con telecomandi a distanza. E’ l’ultimo orrore Isis propagandato su Internet. ...

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​Bambini usati come bombe. Imbottiti di esplosivo e fatti saltare in aria con telecomandi a distanza. E’ l’ultimo orrore Isis propagandato su Internet.


Secondo al denuncia del Mail online, girerebbe un video in cui si vede un bambino, un orfano, con dell’esplosivo legato al corpo, che viene fatto saltare in aria con un telecomando. E non in un atentato, ma in un campo di addestramento. Sì, il ragazzino sarebbe stato infatti utilizzato come cavia per insegnare ai terroristi dell’isis a improvvisare trappole esplosive.



Il fatto sarebbe avvenuto vicino ash-Sharqat, nella provincia irachena settentrionale di Salahuddin, dove i jihadisti dell’Isis controllano un vasto territorio. Non è la prima volta che i terroristi islamici utlizzano i bambini per compiere attentati. Il sedicente califfo Abu Bakr al-Baghdadi lo fa sin da quando ha fondato il suo gruppo terroristico, poco più di un anno fa. Da allora i bambini soldato sono stati ripetutamente utilizzati come parte della loro strategia di guerra.



«L’esplosione del bimbo sarebbe stata una missione di addestramento per insegnare gli elementi base per costruire una trappola esplosiva», conferma Sadiq al-Husseini, capo del comitato di sicurezza nella provincia di Diyala. al-Husseini sostiene che il padre del bambino-bomba era stato arrestato e subito giustiziato per aver ucciso diversi militanti Isis. Non è chiaro, invece, cosa sia successo alla madre. Come punizione per l'attacco operato dal padre, il bambino sarebbe stato portato al campo di addestramento e utilizzato come cavia.



La città di Kobanê, nel nord della Siria, è stata di recente colpita gravemente da numerosi attacchi suicidi, tutti eseguiti da adolescenti combattenti dell’Isis. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino