Retata contro lo Stato Islamico: sei arresti tra Spagna, Gran Bretagna e Germania

L'operazione che ha portato all'arresto di sei presunti jihadisti
MADRID - Da Maiorca, il paradiso delle Baleari, alla guerra santa per lo Stato Islamico: una vasta operazione antiterrorismo è in corso contro una cellula internazionale...

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MADRID - Da Maiorca, il paradiso delle Baleari, alla guerra santa per lo Stato Islamico: una vasta operazione antiterrorismo è in corso contro una cellula internazionale accusata di arruolare combattenti per il Daesh, che ha portato all’arresto di almeno sei persone, delle quali 4 a Maiorca, un imam salafita in Gran Bretagna e una sesta persona in Germania. Ne danno notizia fonti del ministero spagnolo degli interni, impegnato con i servizi di intelligence della Gran Bretagna e tedeschi nell’operazione, coordinata dalla procura dell’alto tribunale dell’Audiencia Nacional. Sono in corso numerose perquisizioni a Maiorca, Londra e Berlino. Gli arrestati, secondo fonti giudiziarie, erano vincolati al così detto Stato Islamico, per il quale facevano propaganda e arruolavano jihadisti da inviare nelle zone di conflitto. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati video con proclami di vertici del Daesh e di azioni terroriste. La cellula, che faceva base a Palma di Maiorca, realizzava riunioni clandestine settimanali con giovani aspiranti a combattere per la jihad e aveva moltiplicato progressivamente il numero di adepti, stando alle fonti dell’intelligence.


L’inchiesta ha preso le mosse nel 2015 da una serie di video pubblicati su una pagina web che mostravano il processo di indottrinamento, arruolamento e dei viaggi in Siria di giovani mussulmani residenti in Spagna. E ha portato all’identificazione di un imam salafita, arrestato oggi nel Regno Unito,  definito dagli investigatori il leader spirituale del gruppo, molto noto alle intelligence dell’antiterrorismo di vari paesi europei. Il predicatore, secondo le accuse, si è recato in numerose occasioni a Palma di Maiorca per captare gli aspiranti soldati per l’Isis e raccogliere fondi da inviare ai combattenti in Siria. Tuttavia, i continui cambi di residenza dell’iman lo avevano finora messo al riparo dall’arresto. A lui faceva capo anche l’altro membro della cellula arrestato in Germania, che manteneva contatti diretti con il leader spirituale e aveva partecipato in alcuni dei video di propaganda sequestrati.

Sull’operazione, che ha mobilitato per 24 ore giudici, pm e responsabili dei servizi di intelligence dei tre paesi e che continua aperta, si mantiene il massimo riserbo. Difatti non sono state diffuse né le generalità né le nazionalità dei sei arrestati. Dei detenuti nell’isola delle Baleari, collegati attraverso le reti sociali e che partecipavano alle riunioni settimanali, due sono stati ritracciati nella località di Inca, mentre altri due erano residenti nei municipi di Ariany e Binissalem.

All’inchiesta collaborano il Centro Nacional de Inteligencia di Spagna, la polizia federale tedesca , BKA, LKA della Renania del Nord Westfalia, la polizia metropolitana di Londra, con l’appoggio di Europol, Eurojust e Sirene, che hanno inviato proprio personale a Maiorca.


Sono finora 178 i presunti jihadisti arrestati nella penisola iberica dal 26 giugno 2015, quando il ministero degli interni ha elevato a livello 4 l’allarme antiterrorista, su un massimo di 5. Il numero complessivo degli arrestati in operazioni condotte nella penisola iberica è di 233 dagli inizi del 2015.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino