In Europa allarme lupi solitari. Berlino, vergogna antisemita: “segnate” con la stella di David le case degli ebrei

Ieri le evacuazioni del Louvre e della Reggia di Versailles

L’Europa torna ad avere paura. Il primo campanello d’allarme, dopo gli attacchi di Hamas ai kibbutz israeliani di sabato scorso, è suonato ieri a Parigi, dove...

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L’Europa torna ad avere paura. Il primo campanello d’allarme, dopo gli attacchi di Hamas ai kibbutz israeliani di sabato scorso, è suonato ieri a Parigi, dove le evacuazioni del Louvre e della Reggia di Versailles hanno rievocato gli orrori del Bataclan o della strage di Charlie Hebdo, per fare solo qualche esempio. Ma la Francia, dove venerdì l’omicidio di un professore è stato classificato come atto terroristico, non è l’unico Paese del Vecchio Continente a respirare nuovamente quel clima di paura che sembrava oramai un brutto ricordo. Giovedì, secondo quanto riferito da Jerusalem Post, l’intelligence federale tedesca ha confermato di avere 450 agenti attivi di Hamas nel Paese.

La Germania dovrebbe «arrestare queste persone» e agire contro «entità estremiste», ha commentato Amir Avivi, fondatore e amministratore delegato dell’Idsf (Forum di difesa e sicurezza israeliano), intervistato dal Post. Nel frattempo l’Ue annuncia il vertice straordinario dei leader sulla crisi in Medio Oriente: si terrà dopodomani, alle 17.30, in videoconferenza. «Questo conflitto ha molte conseguenze, anche per noi dell’Unione Europea» ha scritto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel nella lettera di invito ai capi di Stato e di governo.


IL PERICOLO
L’Europa ripiomba così nell’incubo terrorismo e torna a crescere l’antisemitismo: la stella di David compare su alcune porte dei palazzi a Berlino. Il simbolo è l’equivalente del tremendo “juden hier” con il quale i nazisti indicavano le case degli ebrei. Le immagini inquietanti fanno il giro del web: «Le case degli ebrei contrassegnate dalle stelle di David. Ecco come inizia», si legge nei post pubblicati sui social. «I residenti a Berlino hanno iniziato a contrassegnare le case in cui vivono gli ebrei». Ma la Germania, insieme a Stati Uniti, Francia, Italia e Regno Unito, ha condannato da subito i «rivoltanti atti di terrorismo» di Hamas di sabato scorso, manifestando in un comunicato congiunto il sostegno «agli sforzi di Israele per difendersi».

«Riconosciamo le legittime aspirazioni del popolo palestinese - si leggeva poi nel documento - ma Hamas non rappresenta queste aspirazioni e non offre altro che terrore e sangue». Una presa di posizione alla quale sono seguiti i fatti: i governi di questi Paesi, infatti, hanno proibito le manifestazioni di appoggio ad Hamas. Parlando al Bundestag, Scholz ha promesso «tolleranza zero» nei confronti dell’antisemitismo e ha invitato le forze dell’ordine tedesche a ritenere responsabile chiunque lo pratichi «con tutti i mezzi che il nostro Stato costituzionale difendibile offre». E questi mezzi includono i divieti di associazioni e attività: «Il ministero federale degli Interni metterà al bando le attività di Hamas in Germania», aveva precisato Scholz. 


PUGNO DURO


Pugno duro anche a Londra, dove il ministro dell’Interno Braverman ha dichiarato di aver parlato con il Community Security Trust per garantire che «il governo stesse facendo tutto il necessario per la protezione delle comunità ebraiche» in seguito a un’impennata degli episodi antisemitici successivi allo scoppio del conflitto in Israele e Gaza. La manifestazione più importante si è svolta a Londra, dove la Metropolitan Police ha schierato mille poliziotti. Sette gli arresti durante la marcia organizzata per chiedere «pacificamente» la libertà della Palestina. Risalgono al 2017 gli ultimi attentati terroristici nella Capitale: nello stesso anno, a marzo l’Isis aveva colpito la Manchester Arena, al termine del concerto di Ariana Grande, uccidendo 23 persone mentre a maggio e giugno due attentatori avevano ucciso 5 passanti sul Westminster Bridge e 8 sul London Bridge. 
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Il Mattino