Si stringe il cerchio intorno alla rete di complicità nell'attacco terroristico all'aeroporto Ataturk di Istanbul. A 36 ore da quella notte infernale, la polizia...
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L'altra svolta nelle indagini riguarda l'identità dei tre kamikaze, tutti stranieri. I loro passaporti sono stati trovati in un appartamento di Istanbul, che avevano affittato 32 giorni prima dell'attacco: si tratta di un cittadino dell'Uzbekistan, uno del Kirghizistan e uno della repubblica russa del Daghestan. È con un falso passaporto intestato a quest'ultimo che è stato affittato il covo nella zona storica di Fatih, dove i terroristi hanno vissuto un mese in quasi totale anonimato e, secondo la polizia, hanno pianificato la strage. Lì, si sospetta, hanno anche messo a punto l'esplosivo poi utilizzato per farsi saltare in aria. Secondo la Russia, sono più di 5 mila i soggetti radicalizzati provenienti dalle repubbliche ex sovietiche che in questi anni si sono uniti all'Isis in Siria e Iraq. E per fermarli, aveva accusato Mosca, la Turchia non ha fornito finora un'adeguata collaborazione. Nuovi dettagli emergono anche sulla dinamica dell'attacco.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, dopo essersi fatti portare in aeroporto in taxi al terminal internazionale, i tre terroristi si sarebbero separati, andando ciascuno nel punto previsto per il proprio attacco: uno agli arrivi del Gate A, uno alle partenze e il terzo in un parcheggio vicino.
Il Mattino