Istanbul, il dolore di Papa Francesco: «Vicino al caro popolo turco. Dio converta i cuori dell'Isis»

Città del Vaticano - Il “caro popolo turco” è nel cuore di Papa Bergoglio che, a mezzogiorno in punto, dopo la preghiera dell'Angelus, in piazza san...

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Città del Vaticano - Il “caro popolo turco” è nel cuore di Papa Bergoglio che, a mezzogiorno in punto, dopo la preghiera dell'Angelus, in piazza san Pietro, ha ricordato l'attentato che ha bagnato di sangue la Turchia. “Ieri sera, a Istanbul, è stato compiuto un efferato attacco terroristico, che ha ucciso e ferito molte persone. Preghiamo per le vittime, per i familiari e per il caro popolo turco. Il Signore co nverta i cuori dei violenti e sostenga i nostri passi sulla via della pace”. E' seguito poi un minuto di silenzio sulla piazza; il Papa ha recitato una Ave Maria, chiedendo alla folla presente in piazza san Pietro di accompagnarlo. 


Poco tempo fa, in una intervista a La Croix, ha analizzato le radici dell'odio, la nascita dell'Isis, la proliferazione di gruppi estremisti che hanno poco a che vedere con l'Islam moderato. "Di fronte all'attuale terrorismo islamista, bisognerebbe interrogarsi sulla maniera in cui si è esportato un modello di democrazia troppo occidentale in paesi dove c'era un potere forte, come in Iraq. O in Libia, con una struttura tribale. Non si può andare avanti senza tenere conto di questa cultura. Come diceva un libico un po' di tempo fa: Prima avevamo Gheddafi, ora ne abbiamo 50!".

Secondo Bergoglio "La coesistenza tra cristiani e musulmani è possibile. In Centrafrica, prima della guerra, cristiani e musulmani vivevano insieme e devono reimparare a farlo oggi. Il Libano mostra che ciò è possibile”. Francesco non crede che “ ci sia oggi una paura dell'Islam, in quanto tale, ma dell'Isis e della sua guerra di conquista, tratta in parte dall'Islam. L'idea di conquista è inerente all'anima dell'Islam, è vero. Ma si potrebbe interpretare, con la stessa idea di conquista, la fine del Vangelo di Matteo, dove Gesù invia i suoi discepoli in tutte le nazioni". Leggi l'articolo completo su
Il Mattino