Per gli italiani il 2019 è stato un anno di passaggio. Il Paese entra nel nuovo anno con un umore depresso, senza passione ma anche senza le punte di cattiveria degli...
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Questo in sintesi il senso di un sondaggio SWG effettuato per il Messaggero nei giorni scorsi messo a confronto con l'analoga ricerca del gennaio 2019. Che l'encefalogramma emotivo degli italiani sia più piatto oggi di quello di inizio anno è dimostrato da voci significative. L'attesa per una svolta (positiva o negativa, non importa) a gennaio era il primo sentimento italiani. A dicembre mantiene la stessa posizione in classifica ma con il 25% in meno di preferenze. Giù del 12,5% anche il sentimento di paura mentre sale di qualcosa la tristezza. Si dimezzano le già esigue risposte a favore della passione.
Profilo scialbo. Un profilo sociale così scialbo deriva dalla sensazione che non ci siano segnali seri di ripresa economica alla quale crede solo il 26% del campione degli intervistati contro il 37% di un anno fa e il 43% del dicembre 2017. Gli italiani continuano a segnalare la propria sensazione di scivolamento verso i segmenti meno fortunati della società. Solo l'11% dice di aver migliorato la propria posizione sociale nell'ultimo anno, il 47% si autofotografa nella stessa posizione ma il 42% sostiene che la sua condizione sociale è peggiorata. Come accennato, una delle novità più interessanti è il grosso calo della tensione sul fronte dell'immigrazione tornata ai livelli del 2011 dopo il picco del 2017 quando oltre la metà degli italiani rispose che avvertiva tensione fra italiani ed extracomunitari. Insomma l'allarme rientra ma i livelli di attenzione (i preoccupati sono sopra il 40%) restano alti.
Secondo gli analisti SWG, inoltre, sale di 4 punti la fiducia nelle forze dell'ordine e a sorpresa (+7 punti anche se si partiva da livelli bassi) nei sindacati. Scende invece il livello di confidenza per la magistratura (per il 64% serve una riforma radicale della giustizia) e per i partiti verso i quali solo il 9% della popolazione mostra stima.
Molta delusione si avverte verso il mondo della scuola. Modesta è giudicata la preparazione degli insegnanti poiché su questa voce solo il 54% degli intervistati dà voti superiori al 6. La capacità del sistema scolastico di orientare gli studenti alla vita e al mondo del lavoro ottiene solo il 43% di risposte positive. Addirittura si scende al 30% di giudici superiori alla sufficienza sulla capacità di insegnamento delle lingue. Sulla scuola italiana, insomma, emerge la drammatica necessità di una netta raddrizzata. L'indagine, infine, svela anche una curiosità: il 37% degli intervistati sostiene che la propria vita soffre di ritmi troppo stressanti.
Il Mattino