NEW YORK – Dal primo gennaio, l’Italia è entrata nel Consiglio di Sicurezza come membro non permanente. E il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha...
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Come aveva preannunciato in partenza da Roma, il ministro degli Esteri ha portato sul tavolo a ferro di cavallo del Palazzo di Vetro il tema del Mediterraneo come incrocio dei maggiori problemi contemporanei e dunque “priorità vera dell’agenda mondiale”. Il ministro è partito dal tema dei “grandi movimenti migratori” che “possono essere sia il risultato che la causa di un conflitto” per ricordare che l’Italia ha una provata esperienza di “costruire ponti per la pace” e di costruirli sulla base della “inclusività”. Ha insistito che “se vogliamo la pace, la prevenzione dei conflitti deve avere la prevalenza sulla forza militare”. E ha presentato un piano in tre punti, gli “obiettivi collettivi” li ha chiamati, su cui l’Onu dovrebbe lavorare nei prossimi anni. La prima è una proposta a 360 gradi di “una riforma onnicomprensiva che adatti il sistema di pace delle Nazioni Unite alle nuove sfide globali”. Il secondo punto per Alfano deve essere di “incoraggiare l’uso efficace degli indicatori che segnalano precocemente il rischio di violenza, radicalizzazione, estremismo e aggressione dei diritti umani, religione e cultura”. E infine il terzo punto su cui il ministro degli Esteri chiede l’impegno del Consiglio di Sicurezza è la ricerca “delle cause dell’instabilità, ad esempio i cambiamenti climatici”.
L’Italia non entrava nel Consiglio di Sicurezza dal 2008. Questa volta dividerà il biennio con i Paesi Bassi, secondo una amichevole staffetta decisa lo scorso giugno.
Il ministro degli Esteri ha ricordato ai giornalisti che questo è un anno di grandi impegni internazionali per il nostro Paese, che sarà anche alla guida del G7. In particolare gli è stato chiesto se all’appuntamento di Taormina di maggio si potrebbe immaginare un rientro della Russia nel club dei Paesi più avanzati. Alfano, che pure ha riconosciuto che “bisogna guardare al rientro della Russia”, ha precisato che non si deve confondere “la speranza per l’epilogo delle sanzioni a Mosca con la scadenza temporale di maggio”.
Il ministro, che si è detto “speranzoso” per l’avvio della nuova Amministrazione americana del presidente eletto Donald Trump, ha avuto un incontro pomeridiano anche con il nuovo segretario Generale dell’Onu, il portoghese Antonio Guterres. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino