Le bugie degli italiani al fisco producono un'evasione complessiva tra i 124,5 miliardi e i 132,1 miliardi di euro. La nuova cifra che polverizza tutte le altre stime sul...
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Lo studio è stato realizzato integrando due metodi di ricerca (il discrepancy method e il consumption-based method) e con il nuovo approccio integrato la stima del tasso di evasione totale sale a circa il 37% per i redditi da lavoro autonomo e impresa mentre l'evasione sulle rendite è intorno al 65%. Il risultato, non sorprendente ma comunque eclatante, è che quasi 1 su 4 mente sulle tasse da lavoro autonomo ed impresa e che il fenomeno riguarda soprattutto i contribuenti soggetti ad autotassazione, in corrispondenza delle classi di reddito più elevate, dai 40-60 mila euro in su. Il conto si alza ancora se si prendono i considerazione i redditi da locazione: la percentuale dei Pinocchi sale allora al 44%. Decisamente contenuto, invece secondo Cà Foscari, il fenomeno per quanto riguarda i lavoratori dipendenti che comunque fanno registrare un tasso di evasione del 3,5%. Lo studio calcola che il conto del tax gap causato dall'evasione da lavoro autonomo e da impresa è vicino ai 21 miliardi di euro, una cifra coerente, si sottolinea con quella stimata dal Mef, per l'anno preso in considerazione, il 2016. Il risultato, conclude lo studio, è che l'evasione fiscale contribuisce a modificare l'impatto redistributivo dell'Irpef, riducendone in particolare la progressività. La riduzione è soprattutto determinata da un abbassamento dell'aliquota media effettiva che, a seguito dell'evasione, diminuisce di circa 4 punti percentuali, passando da circa 20% (nel caso teorico senza evasione) a 16% (nel caso dell'imposta con evasione). Leggi l'articolo completo su
Il Mattino