Italiani sequestrati in Siria, il pm di Brescia chiede tre condanne: a dicembre la sentenza

Sono tre - due albanesi e un italiano gli indagati a vario titolo per il sequestro dei manager bresciani Alesandro Sandrini e Sergio Zanotti

Italiani sequestrati in Siria, il Pm di Brescia chiede tre condanne: a dicembre la sentenza
Sono tre le condanne richieste dal Pm di Brescia Francesco Carlo Milanesi nei confronti dei tre presunti responsabili dei sequestri dei due italiani Alessandro Sandrini...

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Sono tre le condanne richieste dal Pm di Brescia Francesco Carlo Milanesi nei confronti dei tre presunti responsabili dei sequestri dei due italiani Alessandro Sandrini - rapito nel 2016 in Turchia e liberato in Siria il 22 maggio del 2019 - e Sergio Zanotti, rapito in Siria nell'aprile del 2016 e liberato nel 2019.

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Per l'albanese Fredi Frrokaj, ritenuto responsabile dei sequestri sia di Sandrini che di Zanotti, la pena richiesta è di 17 anni e 4 mesi; 11 anni e un mese chiesti invece per Olsi Mitraj e Alberto Zanini, bresciano di Mazzano,ritenuti dagli inquirenti gli autori materiali del sequestro di Sandrini. Quest'ultimo era stato accusato di avere simulato il rapimento, scappando per alcuni mesi in Turchia, ma è stato prosciolto e si è poi costituito parte civile nei confronti dei tre presunti rapitori. Nei loro confronti la sentenza è attesa per il prossimo 13 dicembre.

I rapimenti 

La vicenda giudiziaria e le indagini sul sequestro dei due imprenditori bresciani si è trascinata tra dinamiche poco chiare almeno dal  2016, quando Alessandro Sandrini, fu ufficialmente rapito in Turchia, per essere poi venduto ad gruppo vicino ad Al Qaida stanziato in Siria, dove l'italiano rimase fino al 2019. Anno in cui fu liberato dal sedicente "governo di Salvezza", gruppo armato di opposizione verso il regime di Bashar al-Assad con l'obbiettivo di accreditarsi sul piano interno ed internazionale come Governo legittimo di quell'area. Secondo l'accusa, dalla quale Sandrini è stato poi prosciolto, il manager aveva problemi economici e avrebbe quindi accettato di andare in Turchia e sparire per alcuni mesi per avere in cambio del denaro.

Anche sul rapimento di Alberto Zanini, il pm Sergio Colaiocco ha nutrito a lungo seri dubbi sulla veridicità delle dinamiche; mai sfociati però in una formale imputazione di Zanini. Anche lui fu rapito nel 2016 dallo stesso di rapinatori in Antiochia, lì consegnato ad un'organizzazione jihadista in Siria e liberato tre anni dopo.

 

 

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Il Mattino