«Le cinema c'est fini», «per me il cinema è finito». A 87 anni, divorato dal cancro e dal lutto mai superato per la morte della figlia Marie,...
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Quindi basta, anche se solo un anno fa, annunciando alla stampa la malattia, si disse pronto a lottare e deciso a continuare il suo lavoro di sempre, non solo il cinema persino il teatro, da cui era partita la sua favolosa carriera nei lontani anni Cinquanta. Poi l'amarcord: «In fondo non ero tagliato per un mestiere pubblico. Ero incredibilmente timido e poi la notorietà non mi ha mai interessato, la prima volta può essere divertente, poi non più. Anche i premi non li capisco: in fondo noi attori siamo già molto ben pagati, farebbero meglio a dare gli Oscar a chi fa mestieri più duri».
Lui che in settant'anni di carriera ha recitato nei film più famosi e con tutti i più grandi registi del Novecento, protagonista de Il Sorpasso di Dino Risi accanto a Gassman, di Un uomo e una donna di Claude Lelouch, da Z- L'Orgia del potere (che gli vale il premio come miglior attore a Cannes) a Finalmente Domenica di Truffaut, e che nel 1972 rifiutò il ruolo che poi fu di Marlon Brando nell'Ultimo Tango a Parigi di Bertolucci, ribadisce di non farcela proprio più, anche se l'ultimo film nel quale ha lavorato è del 2017 (Happy End di Michael Haneke). È malato e triste, confida di sentire la morte addosso , anzi «Sono quindici anni che sono morto», sottolinea accennando al lutto per lui più pesante, quello per la morte di Marie, la figlia più amata, ammazzata di botte nel 2003 dal compagno cantante Bertrand Cantat.
Un anno fa, nonostante tutto, aveva deciso di continuare a lottare: «Prima avevo paura del cancro, ora non più, ce l'ho», raccontava nell'intervista choc con la quale aveva annunciato la malattia.
Il Mattino