Le mille insidie del jogging: infortuni, terreni sconnessi, fatica, attacchi da parte di animali. Ma anche le leggi più rigide sull'immigrazione. Ne sa qualcosa una...
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La grottesca vicenda è raccontata dall'Independent: la ragazza, che stava facendo jogging nei boschi intorno a Vancouver, non si era accorta di aver superato la frontiera tra Canada e Stati Uniti e non sapeva di essere stata ripresa da alcune telecamere. Proprio il fatto di essere filmata è stato considerato, ai sensi delle norme statunitensi sull'immigrazione, un'aggravante. Senza capire perché, in poco tempo, le guardie di frontiera degli Stati Uniti l'hanno fermata, ammanettata e portata in una caserma.
Cedella, sprovvista di documenti al momento del fermo e sottoposta ad un lungo interrogatorio, è stata poi condotta in un carcere di Tacoma, località distante circa 200 km dal punto in cui era stata intercettata dalle autorità statunitensi. Un vero e proprio incubo per la giovane, che ha raccontato: «Non c'era alcun cartello che indicasse il confine tra i due stati, quando mi hanno fermato ho pensato che mi avrebbero semplicemente riaccompagnata in Canada. Invece, una volta in caserma, mi hanno tolto tutto ciò che avevo ed è lì che ho iniziato a preoccuparmi e a piangere disperatamente, perché avevo capito che la faccenda si faceva molto seria».
Alla fine, l'incubo vissuto da Cedella è durato due settimane, fino alla sua scarcerazione, avvenuta il 6 giugno scorso. Sua madre, Christiane Ferne, è furiosa: «Non è giusto quello che le è capitato, perché mancavano i cartelli. In questo modo, chiunque può essere arrestato al confine e trattenuto per molto tempo». La vicenda è diventata nota proprio dopo la denuncia di Cedella e di sua madre. La guardia di frontiera degli Stati Uniti non ha voluto rilasciare commenti in merito, ma ha ricordato: «Oltrepassare il confine è sempre illegale, anche quando questo avviene in maniera accidentale e non voluta».
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Il Mattino