Bimbo morto nel pozzo, i genitori: «Gli daremo un fratellino, lo avevamo promesso a Julen»

«Quando non l'abbiamo più sentito piangere, avevamo già capito e perso ogni speranza. Eppure ci hanno mentito per giorni». José...

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«Quando non l'abbiamo più sentito piangere, avevamo già capito e perso ogni speranza. Eppure ci hanno mentito per giorni». José Rosellò e sua moglie Victoria, i genitori di Julen, il bimbo morto dopo essere caduto in un pozzo a Totalàn (Malaga), hanno parlato per la prima volta dopo diverso tempo ma non sono mancati gli sfoghi e le critiche rivolte ai soccorritori e ai legali dell'unico indagato per la morte del piccolo.


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In collegamento da Malaga con lo studio di Espejo Publico su Antena 3, Victoria, la mamma di Julen, che aveva già perso un figlio due anni fa, ha rivelato: «Stiamo provando ad avere un altro figlio, avevamo promesso a Julen di dargli un fratellino. Ci stiamo provando, ma al momento non sono incinta. Stiamo cercando di uscire in qualche modo da un incubo, con l'appoggio delle nostre famiglie e dei nostri amici».

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Per la morte di Julen, avvenuta in un pozzo illegale e non segnalato, l'unico indagato al momento è David Serrano, compagno della cugina di José. Come Leggo vi aveva già spiegato, la difesa dell'uomo aveva accusato i soccorritori sostenendo che il bimbo, di appena due anni, potesse essere stato ucciso da una sonda o da un piccone utilizzati durante i soccorsi. I genitori di Julen, in merito, spiegano: «Al momento i rapporti con lui non sono buoni né cattivi, semplicemente non esistono. Non possiamo proibirgli di difendersi, ma non crediamo affatto in quella memoria difensiva».



Parlando dei soccorsi, rivelatisi più lenti del previsto, i genitori di Julen si sono sfogati così: «Durante le varie operazioni ci hanno dato informazioni false, ci hanno mentito. Non critichiamo i soccorsi, ma le false speranze e le risposte vaghe che ci hanno fornito in quelle ore così drammatiche».
 
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Il Mattino