Kazakistan, nuovo affronto a Putin? Pronto a ospitare le aziende straniere che hanno lasciato la Russia

Kazakistan, nuovo affronto a Putin? Pronto a ospitare le aziende straniere che hanno lasciato la Russia
Il Kazakistan propone alle centinaia di aziende straniere uscite dalla Russia - in seguito all'invasione dell'Ucraina - di trasferire i loro...

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Il Kazakistan propone alle centinaia di aziende straniere uscite dalla Russia - in seguito all'invasione dell'Ucraina - di trasferire i loro interessi nel Paese centro-asiatico. Il presidente Kassym-Jomart Tokayev ha chiesto al suo governo di sviluppare «condizioni favorevole per la rilocalizzazione» per le circa mille società che hanno sospeso, o comunque ridotto, le operazioni a Mosca.

 

Kazakistan pronto a ospitare le aziende straniere uscite dalla Russia

«Stiamo assistendo a una competizione globale per il capitale di investimento. Una compagnia su due, fra quelle che hanno ridotto la loro presenza in Russia, ha lasciato il mercato russo interamente», ha detto Tokayev a una riunione di governo. Un mese fa, al Forum economico di San Pietroburgo, Tokayev non aveva esitato a dire, di fronte a Putin, che il suo Paese non avrebbe riconosciuto l'indipendenza delle Repubbliche di Donetsk e Luhansk.

 

La tensione fra Russia e Kazakistan

Dopo queste dichiarazioni, con un tempismo quantomeno sospetto, Putin ha prima chiuso il porto di Novorossijsk, attraverso cui viene esportato il petrolio kazako nel Mar Nero. Poi, ha imposto uno stop di 30 giorni all'oleodotto del Caspian Pipeline Consortium, che passa per il suolo russo. Decisione impugnata dal consorzio petrolifero kazako, che ha ripreso le esportazioni poco dopo.

Il Kazakistan, il 9 luglio, ha deciso di ritirarsi dall'accordo della Comunità degli Stati Indipendenti (Csi) sulla circolazione monetaria interstatale, che promuove la cooperazione economica fra le repubbliche ex sovietiche che fanno parte dell'organizzazione. Ma la mossa delle definitiva rottura fra i due Paesi potrebbe essere la prossima: Tokayev starebbe pensando alla costruzione di un nuovo oleodotto in grado di trasportare petrolio in Europa senza passare per la Russia. Una mossa che, se confermata, segnerebbe un punto di non ritorno nei rapporti fra i due Paesi.

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Il Mattino