Caso Khashoggi, parla la fidanzata del giornalista saudita ucciso: «Lo sdegno non basta»

Caso Khashoggi, parla la fidanzata del giornalista saudita ucciso: «Lo sdegno non basta»
«Se abbiamo già perso Jamal, allora la condanna non basta. Le persone che ce lo hanno tolto, a prescindere dalle loro posizioni politiche, devono essere ritenute...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Se abbiamo già perso Jamal, allora la condanna non basta. Le persone che ce lo hanno tolto, a prescindere dalle loro posizioni politiche, devono essere ritenute responsabili e punite con il massimo della pena prevista dalla legge»: così, in un intervento sul Washington Post, Hatice Cengiz sulla scomparsa del fidanzato Jamal Khashoggi, il giornalista saudita che si sospetta sia stato ucciso nel consolato di Riad a Instanbul. «Nei giorni scorsi ho letto notizie secondo cui il presidente Trump mi vuole invitare alla Casa Bianca. Se darà un contribuito genuino agli sforzi per rivelare ciò che è accaduto dentro il consolato saudita a Instanbul, considererò l'ipotesi di accettare il suo invito», prosegue.


Nell'articolo sul Wp, giornale cui Khashoggi collaborava, la sua fidanzata racconta come si erano conosciuti e innamorati, i loro sogni di sposarsi e vivere insieme, dipingendolo come un "patriota", un giornalista indipendente che combatteva per la libertà e la democrazia nel suo Paese, di cui sentiva molto la mancanza. «Jamal - scrive ancora Cengiz - aveva fatto sentire la sua voce contro l'oppressione, ma ha pagato con la vita per la richiesta di libertà del popolo saudita, Se è morto, e spero che non sia questo il caso, migliaia di Jamal nasceranno oggi, nel giorno del suo compleanno. La sua voce e le sue idee si riverbereranno, dalla Turchia all'Arabia Saudita, e attraverso il mondo. L'oppressione non dura per sempre. I tiranni prima o dopo pagano per i loro peccati».
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino