Kim Jong un al Congresso del partito: «Gli Usa sono il nemico», ma non chiude al dialogo con Biden

Kim Jong un al Congresso del partito: «Gli Usa sono il nemico», ma non chiude al dialogo con Biden
«Gli Stati Uniti sono il nostro nemico principale», ha dichiarato il leader nordcoreano, Kim Jong un, durante i lavori dell'Ottavo Congresso del Partito dei...

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«Gli Stati Uniti sono il nostro nemico principale», ha dichiarato il leader nordcoreano, Kim Jong un, durante i lavori dell'Ottavo Congresso del Partito dei Lavoratori, come riporta l'agenzia di Stato nordcoreana Kcna. Kim ha aggiunto che la politica di Washington verso Pyongyang non cambierà a prescindere da chi ci sarà alla Casa Bianca. Il Congresso, il primo in cinque anni, si è tenuto a pochi giorni dall'insediamento a Washington del presidente eletto, Joe Biden, è considerato l'appuntamento politico più importante in Corea del Nord ed è fondamentale per la definizione della linea di medio-termine che il paese intende seguire in economia, sul piano interno e internazionale, oltre che per l'assetto futuro dello stesso partito.

«La chiave per stabilire una nuova relazione tra Usa e Corea del Nord giace nell'abbandono, da parte di Washington, della sua politica ostile nei confronti di Pyongyang», ha detto ancora Kim. Il dittatore nordcoreano è intenzionato a continuare ad espandere l'arsenale nucleare della Corea del Nord. Una minaccia, questa, espressa per aumentare il potere negoziale di Pyongyang nei confronti degli Stati Uniti e non per chiudere la porta al dialogo, che è fermo da tempo dopo gli insuccessi di Trump. Il leader nordcoreano ha presentato una serie di obiettivi, quali il miglioramento delle capacità missilistiche, che secondo i piani dovrebbero arrivare a coprire un raggio pari a 15mila chilometri, rendendosi così in grado di colpire il territorio americano. «È necessario che le nostre armi siano più piccole, più leggere, dobbiamo proseguire nella costruzione di testate nucleari extra-large».

L'approccio nordcoreano sembra tuttavia diretto a non escludere il ricorso alla diplomazia, sia con gli Usa che con il Sud. In riferimento all'entrata in carica della nuova amministrazione Biden, il primo riferimento ufficiale dalla vittoria del democratico alle elezioni presidenziali dello scorso novembre, Kim ha affermato: «Risponderemo alla forza con la forza, alle buone intenzioni con le buone intenzioni». Il dittatore appare rivolto a «realizzare l'unificazione nazionale della Corea e a promuovere le relazioni esterne». Sul punto delle relazioni con la Corea del Sud, Kim ha accusato Seoul di andare contro gli accordi sottoscritti nel 2018 e ha chiesto al Sud di fermare le esercitazioni militari, causa delle tensioni, minacciando di tornare alla situazione precedente alla Dichiarazione di Panmunjom. A queste accuse ha subito risposto il Ministro dell'Unificazione sudcoreano, che ha confermato la determinazione a implementare gli accordi inter-coreani del 2018. 

Il Congresso del partito di gennaio 2021 è solo il secondo in 41 anni di storia della Corea del Nord. L'ultimo, il Settimo Congresso, si era tenuto poco più di 5 anni fa, diventando con Kim Jong un un appuntamento più regolare. L'Ottavo si è aperto con l'ammissione da parte di Kim di aver fallito gli obiettivi volti a migliorare l'economia nazionale. Nel maggio del 2016 Kim aveva promesso di fare della Corea del Nord un "grande paese socialista" entro il 2020, con un proprio arsenale nucleare e un'economia fiorente. Promesse disattese, come è ovvio. Le sanzioni internazionali imposte a seguito dei test nucleari 2017 e le conseguenze della pandemia hanno peggiorato la situazione economica. Le statistiche fornite dagli analisti suggeriscono che il paese stia vivendo la peggiore crisi dalla grave carestia che lo colpì a metà degli anni Novanta. Nonostante Pyongyang continui a dichiarare zero casi di Covid, la necessaria chiusura del confine con la Cina ha determinato il crollo dell'unica fonte di commercio (illegale) per il paese. Le sanzioni internazionali non hanno fermato del tutto il commercio fra Cina e Corea del Nord, la Repubblica Popolare nel 2019 si è confermata il maggiore partner commerciale nordcoreano. Tra gennaio e ottobre del 2020 le importazioni dalla Cina sono scese del 76% le esportazioni verso il territorio cinese sono scese del 74%. Per quanto concerne il fronte interno, i dettagli del nuovo piano cinquennale saranno più chiari nei prossimi giorni, come i progetti economici a cui Kim Jong un vorrà dare la priorità. 

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Il Mattino