L'Aquila, Manuel trovato morto nel canale, ma non è annegato: spariti i soldi del figlio

L'Aquila, Manuel trovato morto nel canale, ma non è annegato: spariti i soldi del figlio
Non c'è acqua nei polmoni di Manuel Di Nicola, il papà di 33 anni di San Benedetto dei Marsi, trovato morto una settimana dopo la sua scomparsa in uno dei mille...

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Non c'è acqua nei polmoni di Manuel Di Nicola, il papà di 33 anni di San Benedetto dei Marsi, trovato morto una settimana dopo la sua scomparsa in uno dei mille canali di irrigazione della piana del Fucino, nel cuore della Marsica, a un chilometro di distanza da dove era stata rinvenuta l'auto. Se davvero non ci sono segnali di annegamento - ma per scrivere l'ultima parola sarà effettuata una nuova autopsia - si allungano le ombre sulla fine del ragazzo, sparito a poche ore di distanza dalla festa di battesimo del figlio di appena 9 mesi, dopo aver intascato i soldi dei regali dei parenti, pagato il catering ed essersi allontanato con in tasca 700 euro, mai trovati. È attorno a questo particolare, riferito dai familiari, che ruota gran parte dei dubbi di questa complessa indagine. Dei 700 euro ne sono stati recuperati solo 5. Come sono stati spesi? A chi sono stati consegnati? Sono stati rubati? C'entrano qualcosa con la morte di Manuel? Si fa strada l'ipotesi di un omicidio, di un incontro finito male, magari per una lite. 

Decisivi saranno i risultati degli esami chimico-tossicologici per capire se il giovane fosse in stato di alterazione da alcol o addirittura da stupefacenti. Magari a tal punto da non riuscire a respirare o a ingoiare acqua al momento della caduta. E decisive saranno anche le perizie che dovranno stabilire se quei segni sull'addome e sulla zona lombare della schiena siano compatibili con una caduta o frutto, magari, di una colluttazione. Infine ci si aspetta di capire, dall'esame delle tracce prelevate sul corpo, se ci sia Dna di altre persone. 

Il mistero è fittissimo. Perché Di Nicola è andato, al buio, in aperta campagna? Qualcuno l'ha attirato in una trappola o è stato portato lì con la forza? E ancora: è caduto in acqua, perché privo di sensi, o vi è stato spinto? E c'è anche un'ipotesi, per quanto meno probabile, che addirittura sia stato trasportato lì già morto. Il puzzle è di difficile composizione e per provare a sbrogliare la matassa ieri sono arrivati nella Marsica anche i carabinieri del Ris per passare al setaccio la Punto bianca, di proprietà del suocero, con cui Di Nicola si è allontanato quella sera, dicendo alla moglie che sarebbe andato a fare una doccia a casa.

Il fascicolo aperto dalla Procura di Avezzano è per omicidio colposo, al momento contro ignoti. Titolare è il Pm Maurizio Maria Cerrato che coordina le indagini dei carabinieri della Compagnia di Avezzano al comando di Luigi Strianese. Si sta lavorando pure sugli ultimi contatti e in particolare sui tabulati telefonici, anche se tra i tanti elementi singolari di questa vicenda c'è il fatto che il giovane si è allontanato senza il cellulare. E anche con abiti leggeri, vista l'inclemenza del periodo: solo una camicia e un paio di pantaloni grigi. 

Secondo le testimonianze raccolte, domenica 7 marzo Manuel aveva pranzato con moglie e figlio a casa dei suoceri, proprio per festeggiare il battesimo. Lì avrebbe ricevuto in dono i soldi, con una parte dei quali avrebbe saldato il costo del cibo fatto arrivare dall'esterno. Poi, intorno alle 20.30, il misterioso allontanamento. Le ricerche sono scattate solo martedì, quando la moglie ha denunciato la scomparsa. Ritardo motivato con il fatto che l'uomo non sarebbe stato nuovo a sparizioni temporanee. L'auto è stata ritrovata dopo due giorni in aperta campagna. Le chiavi erano inserite e le ruote erano visibilmente sporche di fango. Tanto da far pensare che il giovane si fosse incamminato a piedi e poi fosse caduto nel canale a causa del buio. I familiari, assistiti dall'avvocato Roberto Verdecchia, hanno sempre contestato questa ricostruzione.

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Il Mattino