Draghi inaugura il Parco della Memoria in ricordo delle vittime del sisma: «Dobbiamo accelerare la ricostruzione»

Draghi inaugura il Parco della Memoria: «Dobbiamo accelerare la ricostruzione»
«Dobbiamo accelerare la ricostruzione. È un obbligo morale nei confronti delle vittime del sisma». Lo ha detto il premier Mario Draghi durante la cerimonia di...

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«Dobbiamo accelerare la ricostruzione. È un obbligo morale nei confronti delle vittime del sisma». Lo ha detto il premier Mario Draghi durante la cerimonia di inaugurazione del Parco della Memoria in ricordo delle 309 persone morte nel terremoto del 2009. Il premier Mario Draghi e il ministro Mara Carfagna sono arrivati all'Aquila questa mattina dove ha avuto inizio la cerimonia dell'inaugurazione. 

Draghi e Carfagna sono stati accolti dal sindaco Pierluigi Biondi e dal vicepresidente della giunta regionale Manuele Imprudente: presente all'evento anche il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio. Oltre ad un folto gruppo di giornalisti, sindaci e rappresentanti delle istituzioni sono presenti una cinquantina di cittadini assiepati nelle vicinanze del parco. Il premier è stato accolto da un gruppo di bambini delle scuole delle Suore Filippine.

«La mia presenza oggi vuole ribadire, prima di tutto, il dovere del ricordo. La scossa di terremoto che ha
colpito L' Aquila nella notte tra il 5 e il 6 aprile del 2009 appartiene alla memoria collettiva dell'Italia e del mondo. Ricordiamo le 309 persone, 309 angeli come li ha definiti il dottor Cinque, che persero la vita e i loro cari, a cui va ancora oggi il mio più sentito cordoglio. Tra le vittime, tanti bambini e giovani, come gli otto
ragazzi e ragazze della Casa dello studente che in questa città erano venute a per prepararsi al futuro-
 ha preseguito il premier Draghi - Penso anche a tutti coloro che hanno perso la casa, la sede della
propria attività, o i luoghi della propria spensieratezza. Un terremoto - come è accaduto per tutti gli altri che hanno colpito il nostro Paese - è una ferita profonda inferta a una comunità. Noi non possiamo dimenticare. Noi non dobbiamo dimenticare».

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Il Mattino