«Non lo lascerò solo dopo quello che è successo. Ripartiamo da qui insieme, gliel'ho detto a Manuel e lui è felice». Martina, occhi verdi e...
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Lei come tutti gli altri rifugge la diagnosi sentenziata dai chirurghi. La lesione midollare riscontrata a Manuel dai medici del San Camillo che impedirebbe al diciannovenne di tornare a camminare, non la prende neanche in considerazione. «Manuel è forte confida ancora al gruppo del nuoto ce la farà e io sarà con lui, al suo fianco». Da giorni Martina è sempre lì con gli altri compagni e amici all'ospedale San Camillo. Negli orari consentiti dai medici, entra nella Terapia intensiva e stringe le mani del suo ragazzo «Non li ho visti in faccia quei due uomini ha detto agli amici ma adesso dicono che vogliono chiedere scusa, perdono ma cosa cambia? Devono pagare per quello che hanno fatto, ho paura però che non sarà mai abbastanza».
Martina e Manuel si sono incontrati in piscina, durante gli allenamenti. Si sono piaciuti da subito anche se poi c'è voluto un po' di tempo, come spesso accade nelle relazioni tra gli adolescenti, per confidarselo e fare il primo passo. Sabato era una delle prime sere che uscivano con gli altri amici come una coppia. «È un ragazzo buono, sensibile ripete Martina ai compagni del gruppo di nuoto non meritava quello che gli è successo, non mi farò da parte. Resterò al suo fianco». A colpirla di quel giovane, alto e simpatico, arrivato da Treviso a sorpresa, è stata «la sua gentilezza, il suo garbo». «Stavano insieme da poco, forse una settimana raccontano gli amici ma si vogliono molto bene». Lui, Manuel, la cerca ogni giorno. Lei è lì che non si scoraggia. La paura più grande è passata: la giovane promessa del nuoto poteva morire, lei poteva restare ferita. Di quella sera ha ancora in testa il rumore degli spari. «Da allora ripete la ragazza ai compagni non fumo più». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino