Sul tavolo di Sergio Mattarella ,alla casella Economia, c'è il nome di Paolo Savona. In un gabinetto fatto in larga parte di debuttanti, piaccia o non piaccia, il...
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A 82 anni Savona non è un Giamburrasca. Ritiene (e non è il solo) che l'euro nei suoi 25 anni di vita finanziaria non abbia giovato alla crescita dell'Italia. Due governatori della Banca d'Italia (Baffi e Fazio) ritenevano che non fossimo pronti per la moneta unica. Altri due (Carli e Ciampi) la pensavano diversamente (il primo con sofferenza, il secondo con determinazione) e hanno vinto. Savona è convinto che la Germania abbia sempre tentato di dominare l'Europa, prima con le armi e poi con la moneta. E questo è un fatto, prima che un'opinione. E che dopo la rivoluzione' (così la chiama) del 4 marzo non si possa far finta che niente sia accaduto. In Italia e in Europa. Da qui a immaginare che il professore voglia smontare il sistema ce ne corre. Vuole soltanto portare avanti una politica diversa dal passato in un governo diverso dal passato. Ma un governo è fatto di equilibri. E allora converrà accostare al nome di Savona quello del giovane ambasciatore in Quatar Pasquale Salzano candidato agli Esteri. Preferito probabilmente al più esperto Giampiero Massolo perché meno moderato politicamente, è pur sempre un diplomatico. E quello di Moavero Milanesi, già ministro di Monti e di Letta, con quattro quarti di nobiltà europeista. Immaginare che la presenza di Savona all'Economia porti l'Italia fuori dell'Euro è una sciocchezza. Ma se all'estero c'è una alluvione di libri sull'ondata populista' frutto della frustrazione di intere classi sociali nella maggior parte dei paesi, è difficile che i discorsi con Bruxelles possano restare gli stessi di ieri.
Il compito più difficile di Savona, se andasse in via XX Settembre, sarebbe comunque di gestire le promesse di Flat Tax e di Reddito di cittadinanza senza scassare i conti dello Stato. Nei delicati equilibri tra Lega e Cinque Stelle, sul suo nome si gioca addirittura la possibilità di formare il governo. Salvini ci ha messo la faccia, trovando la solidarietà di Di Maio e la rassegnazione di Conte. Oggi vedremo quale lista uscirà dal Quirinale. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino