Voto in Sicilia, Renzi: non è un anticipo delle elezioni politiche

Voto in Sicilia, Renzi: non è un anticipo delle elezioni politiche
ROMA «Tutto ciò che accade in Sicilia è importante per l'Italia, ma non permettete a qualche politico nazionale di trattarvi da cavia. In ballo non...

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ROMA «Tutto ciò che accade in Sicilia è importante per l'Italia, ma non permettete a qualche politico nazionale di trattarvi da cavia. In ballo non c'è lo stress test per le elezioni nazionali, neppure la discussione politica per quelle o queste alleanze, in Sicilia in ballo c'è il governo dei prossimi 5 anni della vostra terra». Piove quando Matteo Renzi atterra in Sicilia e a Taormina presenta la candidatura a governatore di Fabrizio Micari. Il rettore dell'università di Palermo, che si è sospeso dall'incarico per due mesi, prende la pioggia come messaggio benaugurante. La spaccatura a sinistra pesa e Giuliano Pisapia dà segni di insofferenza per la litigiosità che c'è stata in Sicilia e che rischia di riflettersi sulle scelte nazionali di Campo Progressista.


Di tutto ciò Renzi non parla nel giorno della presentazione ufficiale del candidato del centrosinistra scelto da Leoluca Orlando. Non una parola su Pisapia, nè sull'alleanza a sinistra che sorregge la candidatura di Fava, ma a chiare lettere dice che «se qualche politico e commentatore della stampa usa le elezioni regionali come test nazionale commette un errore fa del male ai siciliani». Micari è consapevole di partire in svantaggio rispetto ai candidati di M5S e del centrodestra. Sia Cancelleri che Musumeci tentarono la scalata a palazzo d'Orleans già cinque anni fa e lo stesso Fava ci provò salvo dover poi rinunciare perché sprovvisto di residenza in Sicilia.
«Micari non è il candidato che ho scelto io o che è stato scelto da Roma - ha sostenuto il segretario del Pd - prima di oggi (ieri ndr) ci siamo incontrati soltanto una volta: il 22 ottobre dello scorso anno quando ho avuto l'alto onore da presidente del Consiglio di inaugurare l'anno accademico». «Novità e competenza», sono le qualità che Renzi attribuisce al rettore, ma un «grazie» va anche all'uscente presidente della regione Rosario Crocetta che ha ritirato la sua candidatura. «C'è chi si è candidato quattro volte chi due volte, della serie ritenta sarai fortunato. La novità - aggiunge Renzi - è Micari che ha anche competenza. Ha attenzione per le piccole cose necessaria per governare la Sicilia». «Non permettete ai politici di usarvi come cavie», sostiene il segretario del Pd, che poi ricorda il G7 di Taormina, città che lo stesso Renzi scelse come sede del summit e luogo «che ha dato una lezione di bellezza al mondo».


«Purtroppo l'Italia è ancora divisa in due. Un solo riferimento alla politica nazionale il segretario del Pd la fa quando accenna ai dati dell'economia che giudica «impressionati» perchè «cresciamo, con dati alti al nord. Il problema è che ci sono due Italie: un nord veloce e il mezzogiorno lento. Ma in Sicilia ci sono tutte le condizioni per ripartire». Quindi un «grazie» anche a Micari per il suo coraggio «che non è facile trovare in questo momento» specie nella società civile e un «no all'improvvisazione al potere. lo dico - sostiene - pensando ai M5s e ai danni che sta producendo, Noi abbiamo una squadra che è nelle condizioni di guardare il futuro.
Ma.Con. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino