OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
TREVISO - «Ho mandato curriculum a non so più quanti bar e ristoranti, senza neppure ricevere risposta. Per questo, leggere articoli in cui si lamenta la carenza di personale, mi fa rabbia». Sara Ervas è l'altra faccia della medaglia di un settore - quello dei pubblici esercizi trevigiani - che, ancor più di altri comparti, da tempo rimarca le difficoltà a trovare addetti. Tanto da dover tener abbassate le saracinesche per l'impossibilità di effettuare il servizio, specie nei giorni di maggior afflusso. Trevigiana, cinquantenne, Sara ha lavorato a lungo come cameriera, prima di sospendere alcuni anni dopo la nascita del figlio. Quando il ragazzo è cresciuto ed è diventato autonomo, ha provato a riprendere la sua professione.
Invece, cosa è successo?
«Avrò inviato almeno un centinaio di curriculum a ristoranti - racconta a Il Gazzettino - da quello stellato all'osteria alla buona, bar, pasticcerie. Manco mi hanno risposto, salvo pochissime eccezioni. Ho un'esperienza ventennale alle spalle, mi sono fermata per qualche anno, ma non è che ci si dimentica come si fa. Offro massima disponibilità di orari, non ho figli piccoli, ho una mia auto: tutti aspetti che ho ben evidenziato nelle richieste. Niente. Addirittura sono andata alla ricerca come speedy pizza, pur di lavorare un po' di ore e guadagnare qualcosa, ma sembra sia troppo vecchia per consegnare le pizze».
Industria, bar e ristoranti: attese 504mila assunzioni, entro marzo in vista un aumento del 13%
Le offerte che ha visto erano adeguate?
«In un caso cercavano una persona che potesse gestire la sala, prendere gli ordini, servire ai tavoli, stare al banco e alla cassa e, all'occorrenza, dare anche una mano in cucina. Non c'è problema: ho l'esperienza per poter fare tutto ciò. Mi hanno proposto un contratto come stagista, a 700 euro al mese. Ho detto: no, grazie».
Ha provato anche con il part time?
«Per necessità, ho dovuto accettare un impiego per 20 ore settimanali, ma in realtà poi si lavorava 50- 60 ore.
Ci sono esercizi che rischiano di dover chiudere, perché non hanno il personale per garantire il servizio, specie nei giorni di maggior afflusso.
«L'ho sentito dire anche di recente, ad esempio per San Valentino, e mi fa arrabbiare ancora di più: se non hai trovato collaboratori extra, non devi chiudere, basta semplicemente accettare la quantità solita di clienti che puoi coprire con i dipendenti fissi. Altrimenti, nei giorni normali come fai? Forse perché anche in quelli si utilizza personale a chiamata, che a un certo punto si è stufato e non risponde più».
Affitti troppo cari, ragazzo si trasferisce su una nave da crociera: «Mi costa meno e giro il mondo»
Insomma, gli allarmi sulla mancanza di addetti le paiono infondati?
«In molti locali, ho visto gli annunci di ricerca personale rimanere esposti per molte settimane, segno che non avevano coperto il posto immediatamente. Ad alcuni io stessa ho inviato tre o quattro richieste, spiegando di essere disponibile a lavorare anche solo per un breve periodo. Mi sembra un controsenso: se hanno davvero bisogno di lavoratori, intanto potrebbero prendere qualcuno in prova, vedere come va, poi, nel caso, cercare un altro».
Alla fine ha trovato un impiego?
«Almeno fino ai prossimi mesi, lavorerò in un supermercato. Per ristoranti e bar, inutile lamentarsi di non trovare personale se non si mette in regola e non si paga il giusto».
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino