Utilizzare le maschere oronasali, impiegate negli impianti iperbarici, nell’ambito delle attività di rianimazione condotte negli ospedali, per fronteggiare e superare...
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Gli operatori dell’Ufficio Tecnico Subacqueo del Gruppo Operativo Subacquei hanno infatti riscontrato le analogie d’impiego di questi sistemi con quelli del personale sanitario in servizio nei reparti di rianimazione. Queste maschere sono state realizzate per essere impiegate in ambienti iperossigenati, sono già dotate di valvole di non ritorno, per il gas in ingresso e per quello in uscita, e possono essere collegate semplicemente ai filtri antivirali già in uso negli ospedali. Grazie al coordinamento con l’assessore alla Sanità della Spezia, Gianmarco Medusei, sono state consegnate 15 maschere oronasali al direttore del reparto rianimazione dell’ospedale S. Andrea della Spezia, la dottoressa Cinzia Sani. Positive le prime impressioni nelle prove d’uso. Le maschere sono confortevoli, con un alto potere filtrante e riutilizzabili infinitamente, in quanto lavabili e sterilizzabili. Un’intuizione preziosa quella dei palombari del GOS a dimostrazione dell’impegno quotidiano nello lotta al coronavirus. Non si dimentichi inoltre che sono numerosi i medici e gli infermieri della Marina Militare che sono attualmente impiegati presso diversi ospedali italiani. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino