«Siete favorevoli all'approvazione di un sistema elettorale di impianto tedesco che sia rispettoso della Costituzione, eventualmente con l'introduzione di correttivi...
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«Sulla legge elettorale il tempo è già abbondantemente scaduto e serve chiarezza» si legge sul blog che ricorda: «il 4 dicembre il 60% dei cittadini che sono andati a votare hanno detto un chiaro »No« al Governo di Matteo Renzi: si sarebbe dovuti andare subito a votare e invece ci hanno rifilato un Governo fotocopia, uguale a quello di Renzi». Il M5s ripercorre poi le tappe che hanno portato ad optare per il tedesco: la proposta sul Legalicum, «una legge che non è quella che il M5s ha proposto nel 2014 ma che è stata proposta per dimostrare la nostra apertura, per senso di responsabilità e per togliere al PD l'alibi per rimandare le elezioni». Tuttavia, «per cinque mesi la nostra proposta è stata ignorata» nonostante fosse «la soluzione più semplice e più giusta dal punto di vista della Costituzione» e «la più condivisa, quella su cui tutte le altre forze politiche convergevano, al punto che il Legalicum è stato anche il testo base proposto dal presidente della Commissione affari costituzionali (che non è certo del MoVimento 5 Stelle) come base per la discussione in grado di trovare ampia condivisione». Ma il Pd, «dimenticando la lezione del 4 dicembre, ha deciso di azzerare tutto e di imporre ancora una volta una legge elettorale ritagliata sulle sue esigenze. Inizialmente hanno dichiarato di essere disponibili a una proposta simile al sistema in vigore in Germania» poi però «ha presentato il Verdinellum, una legge elettorale che è stata ispirata dal gruppo parlamentare mai eletto da nessuno di Denis Verdini e che riunisce i peggiori difetti della Prima e della Seconda Repubblica, che è stata appositamente studiata per danneggiare il M5s e che, come le loro precedenti proposte, è di nuovo incostituzionale». Una proposta, continuano i 5 Stelle, «che non garantisce la rappresentatività, tanto che un partito con meno voti può persino ottenere più seggi di chi ha più voti! È' una proposta che nemmeno garantisce la governabilità: consente coalizioni pasticciate diverse collegio per collegio, destinate a sfarinarsi in Parlamento, e consente ai partitini di contrattare posti nei collegi uninominali e così ricattare le maggioranze in Parlamento». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino